lunedì 1 maggio 2017

IL MAESTRO PAGHAHAYAG DICE...

IL MAESTRO PAGHAHAYAG DICE...





Il primo di una serie di quattro articoli dedicati al maestro filippino, ancora poco noto da noi, Paghahayag.


“In fondo l’illuminazione stessa può essere ridotta concettualmente ad un cambio percettivo della realtà, a un alleggerimento dei parametri che definiscono la realtà stessa, con tutto quello che ne consegue in termini benefici di minor dispendio di energia mentale, psichica e fisica nel vivere semplicemente la vita senza voler stabilire come viverla.” 






Domanda: “Come avviene l’evoluzione della coscienza negli esseri umani?”

Paghahayag *: 
“Per quanto riguarda il genere umano, l’evoluzione della coscienza procede a livello individuale, attraverso le esperienze di ognuno di noi. 
La somma di tutte le crescite individuali forma l’evoluzione sul piano collettivo. 
A livello individuale essa procede su due binari paralleli: il binario dell’energia e quello della conoscenza. 
Sul primo binario, il livello energetico incrementa in senso ascensionale portando l’essere verso stati progressivamente sempre più vicini alla luce della Verità e allontanandosi, per contro, dalla menzogna, dall’illusione, dalla visione parziale e corrotta della realtà che contraddistingue la natura inferiore dell’uomo. 
Aumentando il proprio livello energetico, la persona entra in quelli che chiameremo, per semplicità, stati di coscienza più espansi, più olistici ed unitari. 
Il raggiungimento di questi stati di coscienza è il frutto della Grazia, ossia dell’azione del Sé superiore, il quale interviene quando il sé inferiore è pronto a ‘cambiare orbita’, elevandolo di uno o più livelli energetici. 
Sul secondo binario, il sé inferiore aumenta la propria conoscenza interiore, attraverso l’azione della consapevolezza applicata alle sue esperienze di vita. 
La crescita della conoscenza è il frutto della ricerca, della volontà, della dedizione del sé inferiore, della sua spinta verso l’evoluzione, della sua necessità di riconnettersi con ciò che è realmente, cioè il Sé superiore. 
Quindi l’evoluzione della coscienza nell’uomo è il risultato di due forze ascensionali: una forza traente dovuta all’azione del Sé superiore, che, per così dire, ‘tira in alto’ quello inferiore facendogli fare un balzo in un’orbita maggiore, e una forza propulsiva dovuta all’azione del sé inferiore che cerca di allinearsi con la frequenza di quello superiore. 
Tale tentativo di sintonizzarsi con il Sé superiore crea l’opportunità per quello inferiore di stabilizzare la sua posizione nel nuovo livello energetico. In pratica, ci sono due possibilità perché avvenga l’evoluzione individuale della coscienza, rappresentata dal passaggio definitivo in un’orbita maggiore: 


1) Il sé inferiore aumenta il livello di conoscenza fino al momento in cui il Sé superiore decide che è pronto ad elevarsi; così, attraverso varie sincronicità indotte nell’esperienza di vita, quest’ultimo crea un ‘salto quantico’ in cui il sé inferiore si trova proiettato, da un momento all’altro, in uno stato di coscienza superiore. 
La conoscenza accumulata, a questo punto, diventa determinante nello svolgimento di un’azione stabilizzatrice che può o meno riuscire a trattenere il sé inferiore nella nuova orbita. 
Quando il sé è approdato stabilmente ad un nuovo e più alto livello energetico, si è formata una maggiore consapevolezza, che è rappresentativa di un’avvenuta evoluzione della coscienza sul piano individuale. 


2) E’ raro. Succede quando il sé inferiore si trova in uno stato di vuoto, di ricettività, spesso di crisi esistenziale: uno stato in cui fattori inerziali legati al mantenimento dello stato stesso, sono per così dire, allentati, hanno perso la loro presa, le sue convinzioni sono cadute, il dubbio si è insinuato nelle sue credenze togliendo loro potere; insomma il soggetto si trova disallineato con il Sé superiore ma ha preso consapevolezza del suo stato. 
La richiesta di tornare in equilibrio con tutto ciò che è diviene a questo punto primaria per l’esistenza stessa, pressante, continua, inesorabile: il sé inferiore piange per la sua condizione, e, come un cucciolo, non smette di piangere fino all’arrivo della madre. 
Ed è così che il sé inferiore riceve la Grazia del Sé superiore e si trova proiettato in uno stato di coscienza espanso, per lo più vivendo tale ‘balzo quantico’ come un’esperienza mistica, le cui caratteristiche dipendono dalla propria soggettività. 
Questo stato tende per sua natura a permanere per un periodo di tempo variabile: di solito da qualche giorno a qualche settimana; poi, siccome non è stabilizzato dalla conoscenza, inizia a decrescere progressivamente, riportando il sé inferiore ai livelli energetici più bassi. 
In tal caso il sé inferiore sperimenta qualcosa che non comprende appieno: lo vive ma la sua mente non è ancora illuminata a quel livello e in cuor suo sente che può perdere tale stato di coscienza. 
Da una simile situazione nasce perciò l’opportunità di accrescere il proprio livello conoscitivo, fino al punto in cui la conoscenza riesce ad incontrare lo stato di coscienza e ad esserne illuminata. 
Qui, in questo punto, la coscienza si stabilizza e nascono la conoscenza interiore e la consapevolezza. 


Il sé inferiore è espressione del suo stesso grado di consapevolezza e in base a ciò è legato a fattori inerziali che tendono a tenerlo fermo nel livello energetico in cui si trova. 
Tali fattori sono: i programmi subconsci, le cariche emotive, le credenze, gli attaccamenti, l’azione eccessiva e disfunzionale della mente fisica, l’interpretazione parziale e distorta della realtà, e, in generale, il senso di separazione gli uni dagli altri e da tutto ciò che è. 
La conoscenza vine illuminata, nel primo caso, dall’entrata nel nuovo stato di coscienza, cioè il sé inferiore sperimenta ciò che aveva compreso a livello intellettuale: ciò porta alla formazione della conoscenza interiore inerente quel certo tipo di esperienza. 
Nel secondo caso, la conoscenza stabilizza il livello energetico quando lo incontra ad un determinato livello. 
Lo stato di coscienza che risulta stabilizzato è quello relativo al livello energetico in cui avviene detto incontro. 
Anche in questo caso, è possibile dire che stato di coscienza e conoscenza si legano ‘per illuminazione’, formando, come risultato della loro unione, conoscenza interiore e consapevolezza. 
In fondo l’illuminazione stessa può essere ridotta concettualmente ad un cambio percettivo della realtà, a un alleggerimento dei parametri che definiscono la realtà stessa, con tutto quello che ne consegue in termini benefici di minor dispendio di energia mentale, psichica e fisica nel vivere semplicemente la vita senza voler stabilire come viverla.” 




Nota: 
Per ‘salto quantico’ s’intende, nel presente contesto, “un mutamento improvviso nella percezione della realtà, un cambiamento repentino della prospettiva. Esso avviene quando ti accorgi che esiste anche un’altra prospettiva: l’oggetto della tua osservazione non cambia, la tua percezione invece sì.” 


* Paghahayag non si definisce ‘Maestro’, ma di fatto lo è per le migliaia di persone che ogni anno viaggiano ore per raggiungere il villaggio di Chèlum, nell’isola di Balut, all’estremo sud dell’arcipelago delle Filippine. 

(Tratto dal libro di Derren Fox: “Rivelazione - 21 giorni nella verità”)

paghahayag@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento