sabato 29 aprile 2017

IL GUERRIERO DELLA LUCE E L'OMBRA

IL GUERRIERO DELLA LUCE E L'OMBRA





Molti viaggiatori del mondo interiore rimangono basiti e a volte interrompono la loro ricerca quando cominciano a vedere la sofferenza che c'è dentro di loro. 
“Ma come”, essi si dicono, “ho intrapreso questo cammino nella speranza - e anzi con la promessa - che avrei posto fine alle mie sofferenze e avrei goduto di una libertà indicibile... e invece eccomi qui, ancora peggio di prima!”.
Eppure la Via prevede proprio di incontrare tutto ciò che abbiamo represso, allontanato da noi, che non abbiamo voluto vedere, che non potevamo accettare... allo scopo di ‘guarirlo’ definitivamente. 
E’ un processo che non si può eludere, si può soltanto rimandarlo.
La Vita stessa si occupa di mostrarci - se necessario con crescente evidenza - le paure, i limiti, i blocchi e le ferite sulle quali, quasi sempre inconsciamente, è basata la nostra visione del mondo e dunque le nostre scelte.
Chi vorrebbe mai confrontarsi con i propri ‘demoni interiori’, con i propri ‘fantasmi’? 
E’ comprensibile: la mente li ha rifiutati nel tentativo di proteggerci da qualcosa giudicato come fonte di sofferenza e dunque pericoloso. 
Ma la mente non sa che è questo cercare di evitare ciò che temiamo la causa prima di tutta la sofferenza!
La sofferenza che proviamo sta proprio nel nostro tentativo di fuggirla!
Uno strano paradosso... così come l’affrontare queste cose ci permette di esserne liberi.
Ecco perché si dice che un ricercatore della verità dev’essere come un guerriero: capace cioè di accogliere tutte le sfide: non rassegnandosi ad apparenti sconfitte, ma neppure addormentandosi sugli allori di momentanee vittorie.
Alla fine questo ‘guerriero della luce’ scopre che il vero ‘nemico’ non è altro che sé stesso: la sua ‘ombra’, ovvero tutto ciò che ha sempre temuto di guardare dentro di sé.
Allora non c’è più bisogno di lottare: il segreto sta nell’accettazione, nel vedere che quell’ombra non è qualcosa di minaccioso ma che è piuttosto simile ad un bambino rifiutato: pieno di paura e di rabbia.
Prendendo per mano, abbracciando finalmente questo ‘bambino’, chiarendosi con lui, il guerriero vince: l’ombra viene integrata nella luce.
Poiché la vittoria finale è sempre dell’amore.

L’ULTIMO DIALOGO TRA GIORDANO BRUNO E SAGREDO




L’ULTIMO DIALOGO TRA GIORDANO BRUNO E  SAGREDO






La relazione tra Maestro e Discepolo è sempre una relazione d'amore. Tale relazione può essere descritta come un'amicizia molto profonda. In assenza di questa, difficilmente il Maestro potrebbe aiutare il Discepolo...




Febbraio 1600.

Nell'angusto, buio e lungo corridoio delle carceri di Castel Sant'Angelo, si odono passi che segnano l'avvicinarsi di ospiti ai condannati prossimi all'esecuzione. Con un forte rumore di chiavi si apre la pesante porta della cella ove è rinchiuso il condannato al rogo: Giordano Bruno. 
E’ lì, steso su un rude pagliericcio, mentre i suoi occhi lucidi, fermi e sereni si illuminano di gioia e di tenerezza alla vista dell'ospite. “Sagredo, mio giovane amico!” esclama il grande filosofo. I due si abbracciano; il guardiano esce in silenzio, richiudendo dietro di sé la porta della nuda e umida cella. “Corri gravi rischi, figliolo. L'inquisizione non ha simpatia per chi ha simpatia per gli eretici”. “Maestro, non potevo non salutarvi”. Il giovane nasconde a stento l'emozione di trovarsi di fronte al grande saggio, ormai prossimo all'esecuzione della feroce sentenza. “Sei un uomo ormai e il tuo coraggio comunque ti premierà”. 
“Ho chiesto un permesso speciale al cardinale Bellarmino. Si è dimostrato disponibile... Forse qualcosa sta cambiando..." “Sì, sta cambiando" conferma Bruno “anche grazie alla mia morte: la storia di questo mondo è segnata più dalla morte che dalla Vita. La morte suscita paura, inquietudine, domande, tanto più se è illustre. Ciò mi rende sereno, amico mio, so di compiere il mio destino." "Maestro, ma non temete il fuoco che brucerà le vostre carni?" “Sì, Sagredo, ho paura; il mio corpo ha paura,”... riflette il condannato “ma io so che non morirò... quando il mio corpo fisico morirà, io sarò lì; vedrò cadere il mio corpo, vedrò i volti trionfanti, attoniti e sgomenti dei miei persecutori...”. 
Malgrado le parole del maestro, il volto del giovane è triste e sconsolato: “Se io non vi avessi avvertito... dell'arresto di vostra figlia e della vostra amata, voi non sareste tornato a Venezia...” afferma, quasi per rimproverarsi. “Sarei tornato comunque, prima o poi. Sì, la loro morte fu un segnale per me...” continua Bruno con lo sguardo rivolto verso l'infinito. “Quanto teneramente e voluttuosamente ho amato quella donna... L'amore, Sagredo, è la forza più grande della Natura... è Vita, fusione dei corpi degli amanti... Avvicinarmi a lei era sentire l'infinita dolcezza di Casa, del vero mondo, la dolce tenerezza che solo una donna intelligente e profonda sa dare e ricevere... Quanta illusione, quanta ignoranza... L'uomo non è cattivo, Sagredo, è solo infelice... è la sua piccola mente la causa della sua infelicità... Si, sapevo che erano state prese e anche della loro condanna. La tua è stata solo una triste conferma... Quando il mio corpo brucerà, io sarò libero Sagredo, libero di ricongiungermi a loro, abbracciarle... Non ti crucciare, amico mio... Questo era il nostro destino, comune a tutti coloro che cercano la verità, bandita da un mondo che si regge sulla menzogna... Verrà un giorno, Sagredo, che l'uomo si risveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo... L'uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo.” Si volta e guarda il suo allievo quasi raggiante: “Lo ha previsto da tempo immemorabile la Vita...”. 
“Maestro, ma perché questo destino crudele? Chi può aver voluto tutto questo?” “Io stesso, Sagredo, ben prima di nascere in questa dimensione. La morte ignea del corpo fisico è una purificazione profonda, è il battesimo del fuoco. In tanti abbiamo scelto questa morte, non solo come esempio ad un'umanità ottusa, meschina e crudele, ma anche per adempiere il compito che la Vita ci ha assegnato e che abbiamo accettato di buon grado... per Amore... In fondo, anche se in modo inconsapevole, la Chiesa sta compiendo la nostra volontà”.
“Ma allora... il cardinale Bellarmino esegue la nostra volontà?” “Bellarmino ora esegue la volontà della Chiesa, volta a conservare il potere; esegue però anche la Volontà vera, quella di una morte illustre che lasci traccia nella storia. Anche gli uomini di chiesa sono parte dell'Uno: la mia morte servirà per mostrare il vero potere, quello occulto, che si muove dietro tutte le chiese e tutti i poteri del mondo. In questo mondo illusorio, ove menzogna, bontà ipocrita e paura dominano, una morte illustre è più efficace di un'intera vita. Le umane genti la ricordano. L'uomo che infligge morte è colui che più la teme; è un paradosso, ma chi procura la morte, cerca disperatamente di comprenderla, di penetrare la mente di Dio.” 
“Bellarmino quindi... anche lui, è alla ricerca di Dio?” “Certo, anche Bellarmino è un fratello.” 
“Maestro, ma perché tutto questo, perché tutta questa sofferenza, queste atrocità, ingiustizie, dolori: fratelli che uccidono loro fratelli! Come può Bellarmino firmare ad animo leggero la sentenza della vostra morte?” “Non lo ha fatto ad animo leggero, Sagredo. È stata per lui una decisione sofferta e penosa, ma non poteva fare altrimenti; avrebbe dovuto rinunciare all'abito che porta e ai credi che predica. Egli non ha coscienza, non sente l'unità dell'infinito universo, non sa che la sua azione di oggi avrà per lui una reazione, in altra sua vita futura; questo vale anche per me e tutti coloro che hanno cercato invano di risvegliare l'umanità dall'inganno. La terra è una dura scuola: ogni opera lascia una traccia, perché la giustizia vera esiste, figliuolo, anche se in questo mondo non appare.”
“La giustizia vera vuole la vostra morte?” Sagredo è tanto incredulo quanto ammirato della saggezza del suo maestro... “La vogliamo noi stessi, Sagredo, non i nostri corpi transeunti, ma i veri Esseri immortali che siamo. Che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. L'Essere non teme la morte, perché sa bene che non esiste. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell'illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi, persino lo Zodiaco... Siamo figli dell'unico vero sole che illumina i mondi. Il dolore e la sofferenza non c'erano all'inizio della storia, ai tempi dell'antico Egitto che conservava ancora memoria delle gloriose ed immortali origini. Un giorno non lontano, una nuova era giungerà finalmente sulla Terra. La morte non esiste. La miseria, il dolore e le sue tante tragedie, sono il frutto della paura e dell'ignoranza di ciò che è la vera realtà.” 
“Ma quanto tempo ancora sarà necessario?” “Il tempo anche dipende da noi, Sagredo. Il tempo è l'intervallo tra il concepimento di un'idea e la sua manifestazione... L'umanità ha concepito il germe dell'utopia e la gestazione procede verso il suo compimento inevitabile: il secolo passato è una tappa importante, che precede la nascita. Gli Esseri divini vegliano sulla gestazione della terra e alcuni nascono qui per aiutare gli umani a comprendere che la trasformazione dipende anche dal loro risveglio.” 
“Anche voi, maestro, siete sceso qui per questo scopo?” “Anch'io Sagredo, ma non sono il solo. C'è un folto gruppo di Esseri che sono scesi più volte nel corso della storia e si riconoscono nel grande Ermete, Socrate, Pitagora, Platone, Empedocle... In questo secolo, Leonardo, Michelangelo, Shakespeare, Campanella, nomi noti, ma anche gente umile, semplici guaritrici, molte delle quali finite sul rogo...”. 
Giordano è commosso al ricordo dei tanti che l'hanno preceduto sulla via del patibolo. Sagredo è profondamente colpito; è divenuto partecipe di una verità finora a lui sconosciuta. 
Giordano continua: “È il battesimo del fuoco che serve a trasmutare il corpo fisico e a manifestare i veri Esseri. La loro rivelazione ormai è inevitabile. Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà inattesa, improvvisa, proprio quando il potere si illuderà di aver vinto.”
Rumori di fondo fanno intendere che la visita deve volgere al termine. Il respiro di Sagredo si fa affannoso... “Maestro, come posso ritrovarvi?” “Guarda dentro di te, Sagredo, ascolta la tua voce interiore e ricorda che l'unico vero maestro è l'Essere che sussurra al tuo interno. Ascoltala: è la verità ed è dentro di te. Sei divino, non lo dimenticare mai.”
La porta della cella si apre e compare il guardiano; è il volto di un uomo apparentemente duro, ma che ha anche timore reverenziale di quell'uomo di cui si trova ad essere il carceriere. Non pronuncia alcuna parola ed attende con rispetto che il visitatore si allontani. 
Giordano e Sagredo si alzano e si salutano, entrambi commossi. “Non ci stiamo separando Sagredo, la separazione non esiste. Siamo tutti Uno, in eterno contatto con l'Anima Unica...” 



PROLOGO de “La futura scienza di Giordano Bruno” di Giuliana Conforto

mercoledì 26 aprile 2017

L’ALBA DI UNA NUOVA ERA...

L’ALBA DI UNA NUOVA ERA...







Per chi ancora non se ne fosse accorto, è in atto una guerra...

Una guerra tra le forze oscure e quelle luminose.

Le prime combattono con le armi di sempre: le bugie promulgate dalle religioni e dai governi, il controllo del denaro e delle risorse, l'impoverimento dei tanti e i privilegi dei pochi, la repressione dell'intelligenza e la stimolazione dei più bassi istinti.
Le seconde agiscono di norma in modo più 'nascosto', senza far scalpore, senza confondere e senza dividere, ma apportando invece chiarezza e senso di unione.
Apparentemente le vie della Luce hanno poche possibilità rispetto allo spiegamento di forze da parte degli 'oscuri'.
Questi ultimi sembrano infatti avere in mano tutto il potere...
Ma c'è un altro potere che essi temono più di qualsiasi cosa: il potere della consapevolezza che a poco a poco e nonostante tutto sta sorgendo negli esseri umani.
Proprio come non è possibile fermare il sorgere del sole (anche se cercano di schermarlo al meglio, vedi 'scie chimiche' e quant'altro), allo stesso modo la nascita di una nuova consapevolezza è un processo inevitabile nell'intero Universo, non soltanto qui sulla Terra.
Le ombre cadranno non appena il sole della consapevolezza avrà raggiunto questo piano.
In questo momento si sta affacciando all'orizzonte e già se ne avverte il confortante calore, la rischiarante luce.
Ora è necessario che ognuno faccia la sua parte e scelga con grande chiarezza e determinazione chi vuole servire: il buio, l'ignoranza, l'inconsapevolezza; oppure la luce, la conoscenza, la consapevolezza?
Il dio degli eserciti, secondo l'insegnamento mosaico (Antico Testamento) o il Dio d'amore del messaggio evangelico?
Tu da che parte vuoi stare?
Ascoltati bene, prendi la tua decisione e poi dichiarala con fermezza e grande volontà all'Universo... 
Che le stelle possano ascoltarla e la Terra prenderne atto.

Grazie

martedì 25 aprile 2017

LA STORIA DI MOMO

LA STORIA DI MOMO





Presento qui la trama di un racconto denso di implicazioni e di corrispondenze riguardo il potere di Matrix e di come un cuore puro possa dissolvere l'illusione come nebbia al sole.





Momo è un romanzo di genere fantastico dello scrittore tedesco Michael Ende, pubblicato nel 1973. Si tratta dell'opera più famosa di Ende dopo “La Storia Infinita” ed è stato oggetto di due trasposizioni per il grande schermo: un film nel 1986 e un lungometraggio a cartoni animati nel 2001.

  



“Quello che la piccola Momo sapeva fare come nessun altro era: ascoltare. Non è niente di straordinario, dirà più di un lettore, chiunque sa ascoltare. Ebbene, è un errore. Ben poche persone sanno veramente ascoltare. E come sapeva ascoltare Momo era una maniera assolutamente unica.” 




Trama:



Nelle rovine di un anfiteatro, subito fuori da una città senza nome, vive Momo, una ragazzina di origine misteriosa. 

È arrivata presso le rovine senza genitori e indossando un lungo cappotto di seconda mano.

È analfabeta, non sa contare e non sa quanti anni abbia.

Quando le viene chiesto, risponde: “Se mi ricordo bene, ci sono sempre stata”. 

È degna di nota nel vicinato, perché ha l'abilità straordinaria di saper ascoltare, ascoltare davvero.
Semplicemente stando con le persone e ascoltandole, lei sa aiutare a trovare risposte ai loro problemi, fare pace l’uno con l’altro e inventare giochi divertenti.
Il consiglio dato alle persone, “Va’ da Momo che ti passa!”, è diventata una frase familiare e Momo si fa tanti amici, specialmente uno spazzino onesto e silenzioso, Beppo, e una guida turistica poetica e introversa, Gigi.
Questa piacevole atmosfera viene rovinata dall’arrivo dei Signori Grigi, che alla fine si rivelano essere una razza di parassiti paranormali che rubano il tempo degli uomini. 
Mostrandosi come uomini pelati, dalla pelle grigia e vestiti di grigio, questi strani individui si presentano come rappresentanti della Cassa di Risparmio del Tempo e promuovono l'idea del “risparmio del tempo” tra la popolazione: apparentemente, il tempo può essere depositato presso la Cassa e in seguito restituito al cliente con degli interessi. 
Dopo aver incontrato gli Uomini Grigi, si fa in modo che le persone si dimentichino di loro, ma non della decisione di risparmiare più tempo possibile per un uso futuro. 
Gradualmente, l'influenza sinistra degli Uomini Grigi colpisce tutta la città: la vita diventa sterile, priva di tutte le cose che sono considerate una perdita di tempo, come le attività sociali, lo svago, l’arte, l’immaginazione o dormire. 
Gli edifici e i vestiti vengono fatti esattamente uguali per tutti e il ritmo della vita diventa frenetico. 
In realtà, più tempo le persone risparmiano, meno ne hanno; il tempo che risparmiano viene loro effettivamente rubato. 
Viene invece consumato dagli Uomini Grigi, sotto forma di sigarette fatte con i petali essiccati delle Orefiori che rappresentano il tempo: senza queste sigarette gli Uomini Grigi non possono esistere.
Momo, comunque, è un ostacolo per il piano dei Signori Grigi e per la Cassa di Risparmio del Tempo grazie alla sua personalità speciale.
Gli Uomini Grigi provano diversi piani per trattare con lei, per sviarla dal tentativo di fermare la loro strategia, ma tutti loro falliscono. 
Quando anche i suoi amici più intimi cadono sotto l'influenza dei Signori Grigi in un modo o nell’altro, l’unica speranza di Momo di salvare il tempo dell’umanità sono l’amministratore del Tempo, Mastro Secundus Minutus Hora, e Cassiopea, una tartaruga che può comunicare scrivendo sul suo guscio e può vedere trenta minuti nel futuro. 
L’avventura di Momo la porta nelle profondità del suo cuore, da cui il suo tempo scorre sotto forma di adorabili Orefiori, al covo dei Signori Grigi, dove il tempo che le persone pensano di risparmiare viene accumulato.
Dopo che Mastro Hora ferma il tempo, ma dà a Momo un’Orafiore da portare con sé, lei ha esattamente un’ora per sconfiggere gli Uomini Grigi, in un mondo congelato dove solo lei e loro si stanno ancora muovendo. 
Lei li segue furtivamente nel loro nascondiglio sotterraneo e li osserva mentre decimano il loro numero per allungare il più possibile la loro scorta di tempo. 
Con i consigli di Cassiopea e usando l’Orafiore, Momo riesce a chiudere la porta della loro camera di sicurezza. 
Affrontando l’estinzione appena le loro sigarette sono consumate, i pochi Signori Grigi restanti inseguono Momo, morendo uno per uno. 
L'ultimo Signore Grigio infine la supplica di dargli l’Orafiore e, quando lei rifiuta, svanisce anche lui osservando che “È bene che sia finita”.
Usando l’ultimo minuto che ha prima che la sua Orafiore si sbricioli, Momo riapre la camera, liberando i milioni di Orefiori lì immagazzinate.
Il tempo rubato torna ai veri proprietari e nei loro cuori, facendo ricominciare il tempo (senza che le persone sappiano che si era fermato).
Momo si riunisce con i suoi amici e altrove Mastro Hora si rallegra con Cassiopea.

domenica 23 aprile 2017

LA VIA DELLA LUCE E LA VIA DELL'OSCURITA'



LA VIA DELLA LUCE E LA VIA DELL'OSCURITA'






Secondo alcune fonti, circa un 15% dell’umanità è allineato con la luce; mentre un 5% scarso è allineato con l’oscurità; il restante 80% oscilla fra questi due estremi, durante tutta la propria esistenza. In altre parole, per la maggior parte delle persone, a causa di una insufficiente consapevolezza, non è stato ancora possibile scegliere il proprio orientamento spirituale.

Vi è anche un piccolo gruppo di esseri umani che sta sperimentando qualcosa oltre qualsiasi dualità: la cosiddetta illuminazione. 

Si potrebbe obiettare che, se le persone già orientate positivamente sono comunque la maggioranza (15%), il mondo dovrebbe trovarsi in una condizione meno difficile. 

Ma c’è il fatto che quella minoranza di esseri votati alla parte oscura occupano in genere posizioni di potere all’interno della società e possono dunque intervenire più efficacemente nei destini di tutti noi. 
Sembrerebbe un paradosso, ma essi sono molto più uniti, cooperativi e versatili di quanto non lo sia la maggior parte di coloro che hanno scelto la parte luminosa, ben sapendo che l’unione fa la forza. 
Ed è così che i pochi dominano i molti.
Potremmo dire che gli ‘oscuri’ siano dediti al servizio di sé, mentre i ‘luminosi’ al servizio del Sé. O che i primi siano egocentrici, mentre i secondi più sensibili ai bisogni degli altri. Ma entrambe queste fazioni, fondamentalmente servono la medesima causa: l’evoluzione della coscienza.
Com’è possibile questo?
Bisogna considerare che la Vita è proprio basata e resa possibile dalla presenza di due forze solo in apparenza contrapposte. Tutto ciò che vive pulsa o vibra grazie ad esse. E’ come una tensione che scorre continuamente da un polo all’altro. La vita è quella tensione o pulsazione. Come nel respiro, nel battito del cuore, il ritmo giorno/notte e sonno/veglia, il flusso delle maree, la nascita e la morte...
Se venisse a mancare uno dei due poli, la vita, per come la conosciamo, cesserebbe all’istante.
Ma, così come non è tutto oro quel che luccica, neppure tutto il male vien per nuocere!
I veri Maestri non insegnano la via della santità, in cui si cerca di impersonare un solo principio escludendo l’altro. Essi insegnano invece la via dell’equilibrio, ove si prende coscienza di tutto ciò che appare negativo, oscuro in noi e lentamente lo si integra in una consapevolezza più elevata, grazie all’imparzialità o assenza di giudizio. 
Tale profonda opera alchemica crea in noi la maestria, l’essere liberi e pienamente umani.
Ad un certo punto del loro cammino, sia i servitori della luce sia quelli delle tenebre, dovranno incontrarsi, riconoscersi ed abbracciarsi!

sabato 22 aprile 2017

PERCHE' IL MONDO SEMBRA COSI' BRUTTO?



PERCHE' IL MONDO SEMBRA COSI' BRUTTO?






Tanti amici si stanno chiedendo: “Ma che razza di mondo è questo? Come si può vivere così? E' un orrore...”



E vorrebbero delle risposte...




Nelle diverse tradizioni si considera che esistano come dei 'cicli planetari', oltre che 'cosmici', durante i quali si alternano esperienze di oscurità e di luce.




Sembra che ciò dipenda dal maggiore o minore allineamento del nostro sistema solare con il sole centrale della galassia.




Da questo punto di vista, non è colpa di nessuno, ma si tratta di un modo in cui è possibile per le 'anime' venire qui e fare esperienza per la propria crescita.




Il bene e il male assoluti non esistono in alcun luogo dell'Universo.




Ovviamente in un mondo ancora soggetto alla 'dualità' come il nostro, non vi è mai soltanto oscurità o soltanto luce, cosa che i mistici cinesi hanno giustamente rappresentato nel famoso simbolo del Tao (Dao).




In questo tempo ci troviamo al termine di un'era oscura durata circa 5.000 anni e abbiamo appena cominciato una fase ascensionale verso la luce.




Infatti, come si può vedere facilmente, tutti gli 'scheletri nell'armadio', i segreti nascosti per tanto tempo, gli orrori e le ingiustizie del mondo stanno uscendo allo scoperto sempre di più.




Sembra che il mondo non sia mai stato tanto spaventoso...




Ma il fatto è che quando in una casa rimasta disabitata o che si è trascurata tanto a lungo, filtra un po' di luce, si cominciano a vedere tutte le ragnatele, la sporcizia, il disordine che vi regna: c'era anche prima, ma essendoci abituati, pochi ci facevano caso.




Ora che la coscienza collettiva lentamente sta crescendo, le persone all'inizio rimangono basite e spesso si spaventano ma poi cominciano a rendersi conto di quale esperienza tutti insieme siamo stati capaci di creare, nella nostra inconsapevolezza.




Insieme, se lo vogliamo davvero e non ci lasciamo più dominare dalla paura, potremmo cambiare tutto in breve tempo.




Ma bisogna che ognuno faccia la sua parte, senza più delegare silenziosamente agli altri o lamentandosi senza agire.




Ecco il segreto:




> Vedi sempre meglio come funziona questo mondo, le forze che lo controllano e agisci portando sempre più consapevolezza nelle tue scelte quotidiane: quando compri il cibo e lo mangi, i vestiti, l'acqua che bevi, come smaltisci i rifiuti, come impieghi tutte le energie e le risorse disponibili. E come ti prendi cura del tuo corpo, dell’ambiente e degli altri si rifletterà nella tua vita. Soprattutto, trova il modo di guarire le tue relazioni.




> Riconosci che questo mondo non è diverso da te: le stesse cose che ti danno fastidio, ti mettono a disagio e ti spaventano, che ti fanno arrabbiare e ti riempiono di sdegno, sono anche dentro di te. Prendine coscienza sempre di più, senza bisogno di giudicare negativamente nessuna di queste cose. Esse non sono che il prodotto della paura.




> Vinci infine la paura, semplicemente guardandola in faccia, dritto negli occhi: questo è il grande potere della consapevolezza. Tutto ciò che scoprirai guardando in te stesso, contribuirà grandemente a modificare anche il mondo intorno a te.


mercoledì 19 aprile 2017

TEMPI DURI



TEMPI DURI




Sono tempi straordinari questi, ma possono anche essere molto difficili e duri... vi ricordate l'insegnamento della Oneness* sulla sofferenza? “Tutta la cosiddetta sofferenza dell’uomo non è altro che fuga dalla sofferenza”. Ebbene adesso sta diventando sempre più difficile scappare dalla sofferenza, evitando di confrontarsi con essa! Le ‘strategie’ che abbiamo utilizzato per tanto tempo, le nostre piccole ‘costruzioni’ per mantenere le cose come sono... sembrano non funzionare più: “Che ne sarà di me, del mio piccolo mondo (antico)?” ci diciamo a volte, sperando che nessuno senta. La via del Risveglio, qualunque percorso si scelga di intraprendere, richiede un certo coraggio o almeno la nostra disponibilità a vedere tutto quello che credevamo nostro e con cui ci identifichiamo, scomparire, dissolversi, allontanarsi da noi, morire... Appare un po' brutale detta così, ma chi lo ha vissuto può testimoniare che si sono aperte nuove porte e la vita ha preso o sta prendendo un'altra piega. So che molti di voi stanno affrontando queste cose, la propria ‘miseria interiore’, le proprie maschere e falsità e so pure che alcuni di voi, proprio per non essersi sottratti a questa ‘revisione’ o ‘pulizia’ di sé stessi, hanno vissuto momenti di grande pace e gioia, dove il nostro ‘vero essere’ si dispiega. Qualcuno di voi si è perfino risvegliato, già da tempo, o sta vivendo stati di risveglio e la Presenza prende sempre più spazio nella sua vita. Ringraziamo sempre il Divino, poiché nessuno ce la può fare soltanto con i propri sforzi e mezzi: comunque la pensiamo, non è nella natura delle cose. In sintesi, qualsiasi cosa succeda, non dimentichiamoci che non siamo mai soli, ma che, nell'apparente solitudine, dobbiamo affrontare i nostri personali ‘mostri’: i ‘demoni’ delle nostre paure e i ‘fantasmi’ dei nostri condizionamenti... e che bisogna riconciliarsi con noi stessi e con l'Esistenza. Lasciandoci accompagnare in tale processo da quell'Intelligenza Infinita che non ha mai abbandonato, né rifiutato nessuno dei suoi ‘figli’. Non esitiamo dunque a chiedere aiuto all'Universo quando lo sentiamo e in molti modi Esso può risponderci. Accogliamo il Suo aiuto! 





* La Oneness è una via di consapevolezza che ha avuto origine in India grazie all'opera di Sri AmmaBhagavan, Avatar del Risveglio. Il World Oneness Center (Oneness University) in Andhra Pradesh nell'India meridionale, è una scuola di Risveglio unica al mondo ispirata ai loro insegnamenti.





martedì 18 aprile 2017

PICCOLA NOTA BIOGRAFICA



PICCOLA NOTA BIOGRAFICA






Fabrizio Garro, nato a Pinerolo (To) il 14/10/1964, s’interessa fin da ragazzino di spiritualità, sia orientale sia occidentale, con un particolare richiamo per la tradizione indiana.


Dopo un anno passato a frequentare un centro buddhista tibetano con relativi insegnamenti della scuola Kagyupa (Vajrayana), verso i 15 anni incontra il suo Maestro del Cuore e con lui inizia un percorso di crescita che prosegue ancora oggi.


A 18 anni circa gli viene chiesto di insegnare Hatha Yoga (e successivamente si specializza nelle altre forme di Yoga, come Raja, Kundalini e Bhakti), attività che continua a svolgere con immutata passione.


Nel 1999 conclude gli studi yogici in India presso la Bihar School of Yoga di Sw. Satyananda, uno dei principali Maestri di Tantra e Yoga.


Comincia gli studi di naturopatia intorno ai 22 anni, apprendendo diverse forme di trattamenti corporei ed energetici, quali la riflessologia plantare, il massaggio californiano ed ayurvedico ed in seguito l’uso delle erbe medicinali e tante altre modalità di cura naturale, culminando con i corsi alla scuola dell’Istituto Riza nel 2003-2006.


Conosce il rebirthing ed altri metodi di ‘guarigione olistica’ nei primi anni ’90, creando sempre nuovi percorsi di consapevolezza per i suoi amici ed allievi.


Incontra la Oneness University nel 2005 e decide di intraprendere la via del Risveglio della Coscienza con i Maestri indiani Sri Amma Bhagavan.


Si occupa anche del progetto “Steel Storm Staehle” di Joel Ducatillon, lo scopritore della famosa acqua diamantina e di numerose “tecnologie di 5° e 6° dimensione”.


Scrive un libro sulla medicina naturale che raccoglie i principali metodi di cura, selezionati in base alla semplicità, economicità ed efficacia (“Abbi cura di te!” - I.S.U. edizioni, 2008, Roma).


Si reca in India per la seconda volta, dopo 11 anni, e diviene Oneness Trainer (formatore) presso il World Oneness Center nello Stato dell’ Andhra Pradesh.


Tornerà in India ancora tre volte per seguire gli intensi percorsi meditativi proposti dalla stessa scuola (Oneness University), fino al Risveglio avvenuto nel Gennaio del 2014.


Poco prima scrive altri due libri sulle sue esperienze fino a quel momento: uno sulla Oneness ("La grande avventura dell'essere", Antares edizioni, 2013 Alba) e, l'ultimo, sulla ricerca interiore ("Psicologia dei Buddha", Cordero edizioni, 2016, Genova).


Sono in preparazione attualmente altri libri, almeno tre, che racchiudono note biografiche, aforismi, riflessioni, risposte a domande e poesie Haiku… pubblicati quasi quotidiamente su Facebook.


Continua a frequentare il suo amato Maestro ormai ottantenne e si prepara a tornare in India…