mercoledì 15 maggio 2019

Il SOGNO DI MERLINO E IL SACRO GRAAL - 3° parte



 

Il SOGNO DI MERLINO E IL SACRO GRAAL

- 3° parte -

 

  

ESISTE VERAMENTE LA “TERRA DI MEZZO”?




“Naturalmente, da dove pensate vi venga l’ispirazione per scrivere certi racconti? Le “terre di mezzo” sono la dimensione del mito, di ciò voi chiamate simboli e archetipi, ma che non vivono soltanto nella vostra psiche e non sono solamente il prodotto della vostra immaginazione. Ricordatevi sempre: ciò che potete immaginare, esiste da qualche parte e si è già manifestato o lo farà. La Natura è un regno assai vasto che comprende molteplici dimensioni, da quelle più sottili o metafisiche, a quelle più grossolane o fisiche. Tutto ciò che è esistito nel vostro piano ha un corrispettivo in quei mondi eterici. Animali estinti, vegetazione scomparsa, perfino le rocce e i minerali… Gli spiriti del mondo naturale, inferiori e superiori, sono presenti come parte integrante e vitale del mondo fisico, pur interagendo raramente con voi. Potete cercare conspevolmente un contatto se desiderate, ma quel che più conta è onorare ogni creatura vivente, visibile ed invisibile. Ciò che gli occhi fisici non possono scorgere, potete tuttavia percepirlo come energia, come una presenza, sapendo che ogni specie è sostenuta da un corrispondente “Guardiano”. Così ad esempio vi sono i Guardiani dei boschi o di certi alberi, come per le varie specie animali. Tali sono le energie superiori alle quali potete in verità rivolgervi…”






CHI È STATO IL PRIMO DRUIDO?




“I primi fra coloro che vengono chiamati ‘Druidi’ appartengono alla preistoria e i loro nomi non sono conosciuti. Un Druido o Druida, come si può anche dire, è un essere che ha affrontato un percorso molto arduo, tale da metterlo a confronto con le sue più grandi paure ed aspirazioni. Una via di conoscenza non ordinaria e completa, con la possibilità di apprendere non soltanto incantesimi, pozioni e rituali (Magia), ma anche e soprattutto la comunione con l’Essenza della Vita che noi chiamiamo ‘Shan’ (da cui il termine ‘shamano’). Si può ritenere che i primi Druidi non ebbero nessuno che potesse insegnare loro e dunque accolsero la Natura come Maestra di Vita. In alcuni casi ciò è vero, tuttavia le prime scuole, nel druidismo originario, vennero create da esseri divini che si manifestarono a tale scopo in differenti regioni del mondo. In Europa, ad esempio, viene ricordato il mito di Fetonte (così lo chiamavano i Greci) o Rama (com’era conosciuto da popolazioni più antiche). Potrei dirvi che fui tra i primi a portare tale conoscenza, uomo fra gli uomini, quando ancora non ero nato come Merlino. Colui che chiamate Rama, anch’esso un nome che si ripete tante volte nell’arco delle epoche, può essere considerato il primo Druida e il primo ‘Maestro Asceso’…”






GLI DÈI SCESERO VERAMENTE DAL ‘CIELO’ PORTANDO LA CONOSCENZA AGLI UOMINI?




“I vostri miti raccontano di esseri divini che vennero per portarvi la Conoscenza: sia quella pratica, adatta al mondo materiale, sia quella ‘spirituale’ che permette di esplorare il mondo interiore. Si narra altresì di esseri semidivini i quali ‘rubarono’ agli dèi alcuni segreti per farne dono agli uomini. Il linguaggio del mito non esprime ovviamente dei concetti storici, così come siete abituati utilizzando prevalentemente il pensiero logico-lineare. Dovete sapere che nell’antichità quel linguaggio era il comune modo di sentire e di esprimersi, a differenza di quanto accade ai vostri tempi. Ed era associato ad un uso delle funzioni cerebrali più vicina all’intuito proprio dei bambini: un pensiero e una sensazione immediate, rispetto al continuo ‘mediare’ del pensiero analitico. Gli uomini delle origini avevano perciò accesso a regni e dimensioni parallele che spesso si manifestavano anche nel mondo fisico; ed era perciò naturale entrare in contatto con certe divinità ed esseri di altri ‘mondi’, non solamente intesi come extraterresti, ma di altre dimensioni o piani dell’Esistenza. Furono quegli esseri, a volte non umani e a volte umani, ma ascesi a superiori ‘livelli’, a portare le necessarie conoscenze quando giungeva il momento di favorire l’evoluzione. Ciò si è sempre verificato in tutto l’arco della storia, in realtà, ed accade anche oggi. Riguardo al druidismo, si parla ad esempio dei Doni che il figlio del Dio Sole (i Greci lo chiamavano Fetonte) volle portare agli uomini, in tempi decisamente molto più antichi di quanto la vostra storia possa ricordare. Tali Doni diedero origine alle prime comunità di Druidi…”






COS’È ESATTAMENTE UN DRUIDA E DI COSA SI OCCUPA?




“Il Druida, termine che indica la ‘saggezza di una quercia’, è lo ‘sciamano dei boschi’, colui o colei che vigila costantemente sulla Natura, vivendo uno stato di profonda empatia con Essa. Egli o ella ha studiato per molto tempo e attraversato numerose prove che hanno messo a nudo il suo essere, affinché potesse ‘risuonare’ con la Vita. Proprio come uno strumento musicale dev’essere accordato per poter emettere il giusto suono, il Druida impara a percepire e poi a suonare la musica dell’Universo. È un uomo o una donna che riconosce la sua Ombra e ne fa la propria alleata più preziosa. Non ha paura dell’oscurità, in quanto l’ha già integrata in sé. E dunque diviene un potente guaritore e una guida per tutti coloro che vogliono conoscere sé stessi.”






CAOS E ORDINE




Domanda:

“Se questi incontri accadono anche oggi perché la società è ridotta ormai all’autodistruzione? Posso capire che dobbiamo salvarci da soli ma allora era meglio non intervenire proprio: dal momento che intervieni ci sei dentro anche tu. Questi semidei o entità extra e ultra dimensionali evidentemente non hanno dato i giusti input ad una reale realizzazione e scoperta della coscienza e del divino in noi, ma solo input al dualismo e alla materialità… mi viene da pensare che costoro col messaggio di aiuto ci abbiano in realtà portato verso i loro scopi, che ignoro naturalmente. Grazie”


Risposte:

“Capiamo la tua frustrazione. È difficile rendersi conto del processo di crescita quando esso non si è ancora completato. Un adolescente può chiedersi che senso abbia la vita e giungere anche a disprezzare i propri genitori. Ma una volta maturo riconosce che gli sforzi fatti per lui gli hanno permesso di manifestare il suo potenziale. Nasce allora un senso di gratitudine del tutto nuovo, senza il quale non vi sarebbe alcuna crescita. Tu non sei la società, non sei questo mondo e non gli appartieni neppure! Ciò che esiste su questo piano ha un solo scopo: offrirti tutte le possibilità di guardare in te stesso e VEDERE finalmente chi sei davvero. Il Conoscere avviene sempre per contrasto: su una lavagna nera scrivi con un gesso bianco, altrimenti non potresti vedere. La meraviglia della vita si nasconde nelle apparenze di un mondo tanto brutto e stupido. Tutto ciò che è, esiste soltanto nell’Amore: ecco la verità essenziale dell’Universo. Chi realizza questo è Saggio.

Un abbraccio dai Saggi”


“Una delle difficoltà degli uomini contemporanei è dovuta al fatto di possedere una visione assai limitata della propria storia. Siete talmente inconsapevoli della vostra vera natura, dei tanti passaggi che hanno contraddistinto il cammino da voi compiuto, del destino che vi attende! Del resto state da tempo attraversando l’epoca più buia che abbiate mai conosciuto e non vi rendete conto di come nulla sia realmente contro di voi, ma tutto è sempre per voi. Avete completamente dimenticato di essere immortali e di giocare insieme a tutto l’Universo l’eterno gioco della Scoperta di Sé. Vi siete volontariamente ‘privati’ delle vostre qualità divine in modo da affrontare la più grande delle sfide: la paura di non essere. Presto uscirete dalla vostra buia notte, purificàti e con una nuova consapevolezza: ‘Camelot’ è già qui per chi possiede quegli occhi ed è in grado di vedere la bellezza perfino in mezzo alla morte e alla distruzione…

Io Sono Merlino”





I DRUIDI E DIO




Domanda:

“Nel Druidismo è presente una divinità superiore o si tratta di un culto politeistico?”


Risposta:

“Innanzitutto il Druidismo non è una religione come viene intesa dopo l’avvento delle religioni monoteistiche. Si tratta piuttosto di una visione della vita basata sull’osservazione del mondo naturale e profonde esperienze interiori. A seconda delle epoche i Druidi consideravano il Divino come una Dea o come come un Dio, avendone un’idea come di un’energia immanente e di una coscienza trascendente al tempo stesso. Non esisteva un culto vero e proprio ma precisi modi per avvicinarsi all’esperienza immanente, attraverso la contemplazione dei fenomeni naturali, e trascendente, con metodi interiorizzanti e meditativi. Per i Druidi il Divino è ovunque, nel Cielo come sulla Terra, ed ogni creatura è suo degno rappresentante. Potremmo dunque parlare di una concezione ‘animista’: in cui tutto vive, tutto è Vita. E quel Divino è sia Padre sia Madre. Pertanto la visione druidica non è distante da quella religiosa e si adatterebbe bene a qualsiasi religione. Tuttavia essa non abbisogna di alcuna religione e sapete quanto i Druidi abbiano sofferto a causa di queste. Nei Druidismo la possibilità di fare esperienza interiormente del Divino, comunque lo si concepisca, è tanto importante quanto nel più antico sciamanesimo. Ciò che fa la differenza tra un seguace di qualche religione e un Druido, ad esempio, è l’interesse prioritario per una conoscenza diretta dello Spirito Vitale o Essenza della Vita. Quell’Essenza, in realtà, non ha né nome né forma e perciò può prendere qualsiasi nome e forma. Ecco perché i Druidi non si lasciano ingannare dalle apparenze e non privilegiano alcun nome o forma particolare con cui venga risconosciuto il Grande Spirito. Essi amano l’Antica Dea quanto il più recente Dio, la Saggezza e l’Amore, insieme. Ma quando si rivolgono a loro stessi nello spazio più intimo del proprio essere, i Druidi percepiscono il Divino come il Grande Vuoto, Madre e Padre di tutte le cose. Nel silenzio del cuore, essi divengono coscienti del Respiro Primordiale e nel loro essere ascoltano il Battito del Cuore dell’Universo stesso…”




IL SIMBOLO DELLA “RUOTA FORATA”




Domanda:

“Credo sia il più antico... a intuito. Forse è più giusto parlare di archetipo che non di simbolo? Dico questo perché i simboli possono essere corrotti... sporcati... gli archetipi no, e mi piace pensare che questo non possa essere sporcato e fagocitato da un demiurgo corrotto e corruttore. Non a caso porto un anello appeso al collo da un po’ di tempo. Certo che non sempre quello che crediamo risponde a verità, ma in qualche modo determina la nostra pseudo realtà... "forse è cosi e forse non è cosi, lo stregone bianco lo saprà" ... tu che dici Fabrizio ?”


Risposta:

“Il cerchio con un punto centrale è il simbolo più antico, alla base di tutta la manifestazione. Infatti se si osserva una cellula o un atomo, nel microcosmo; o un sistema solare e magari anche una galassia, a livello macrocosmico, noteremo una forma simile: la vera base di tutti i ‘Mandala’. Dunque anche la ruota con un foro nel centro appartiene a tale categoria. Certamente si tratta di un simbolo universale e dunque si può parlare di archetipo. Esso rappresenta una chiave della conoscenza… Forse sapete che le forme emanano particolari onde, chiamate per l’appunto ‘onde di forma’: ogni cosa esistente emette, in base alla sua forma, delle radiazioni molto sottili e, se quella forma viene riconosciuta nel mondo invisibile, avrà delle proprietà utili anche nel campo spirituale. Un buon esempio sono le strutture che rispettano i principi della geometria sacra. Tutti i templi nell’antichità venivano edificati seguendo rigorosamente quei princìpi. Ma si potrebbero citare anche certe lingue ‘rivelate’, quali il sanscrito, l’ebraico ed altre: ogni lettera scritta o pronunciata irradia una specifica onda che andrà ad influenzare il mondo circostante come quello interiore. Orbene, nel caso della ‘ruota forata’, secondo la leggenda un dio vi avrebbe impresso tutta la conoscenza necessaria agli uomini di quell’epoca nonché di epoche future, per proteggerla e preservarla da eventuali altri disastri planetari. Ed è anche simbolo dell’avvenuta trasmissione dei doni che quel dio fece agli uomini. Perciò le parole per indicare la funzione di tale simbolo o archetipo (‘archebolo’), possono essere: conoscenza, dono, protezione.” 








venerdì 10 maggio 2019

LA RUOTA FORATA - IL CERCHIO SACRO DEI POPOLI NATURALI


LA RUOTA FORATA



IL CERCHIO SACRO DEI POPOLI NATURALI 

 




Esiste su tutto il pianeta un simbolo antichissimo che ricorre in culture diverse e lontane tra di loro. Un simbolo che nel suo aspetto base è rappresentato da un cerchio con un foro al centro, un disco forato, ma che si arricchisce, a seconda delle varie culture etniche, di altri segni simbolici. Questo simbolo grafico lo possiamo ritrovare sotto forma di graffito, tracciato su rocce di tutti i continenti, oppure rappresentato da pietre forate all’interno di templi megalitici, disegnato da pietre allineate sul terreno o sotto forma di scultura o di rappresentazione grafica, o ancora, sotto forma di antico gioiello da indossare costituito da metallo o pietra dura. La sua presenza nella storia dell’uomo risale a tempi antichissimi e compare in culture geograficamente lontane come quella dei Nativi americani, quella dei popoli del nord Europa, o presso gli aborigeni australiani, in Cina o anche nei templi egizi, presso gli Aztechi, i Maya e gli Etruschi.
Ancora oggi, nelle culture dei Popoli naturali di tutto il pianeta, dai Celti agli Indiani d’America, questo simbolo è comune e legato a significati profondamente mistici. Si potrebbe dire che questo simbolo manifesti la più antica e diffusa rappresentazione spirituale di tutto il pianeta. Per la cultura dei Nativi americani il Cerchio Sacro è un simbolo fondamentale, in quanto rappresenta la manifestazione di Wakan-Tanka, il Grande Mistero, che per tutti i Nativi d’America è il massimo riferimento spirituale, il principio creatore su cui si regge tutto l’universo conosciuto.
Interessante notare che Wakan-Tanka significa letteralmente Grande Mistero, da Wakan (mistero) e Tanka (grande), e secondo la concezione filosofica degli Indiani d’America sta ad indicare il grande abisso che circonda l’uomo, il Mistero da cui ogni cosa proviene e nel cui Segreto si può trovare il significato dell’esistenza. Wakan-Tanka venne tradotto dai gesuiti del tempo come “Great Spirit”, ovvero “Grande Spirito”, una traduzione che rispecchiava l’influenza cristiana e che poi rimase, deformando il senso profondo del termine originale. Anche il nome del simbolo, che per i Lakota è definito “Ciangleska Wakan” (Cerchio Sacro), non è stato compreso nella sua profondità, e ancora oggi questo cerchio viene comunemente chiamato “medicine-wheel”, ovvero “ruota della medicina”. Anche questa traduzione, fatta dai colonizzatori in modo inesatto, ha origine nel fatto che gli sciamani delle varie tribù indiane, ribattezzati con il nome di “medicine-men”, usavano, nelle pratiche terapeutiche e nei loro riti sciamanici una pietra forata di turchese e lapislazzuli o di cristallo di rocca. Ma il simbolismo del Cerchio Sacro è molto più complesso. Per i Nativi nordamericani è l’emanazione stessa di Wakan-Tanka e rappresenta il cerchio sacro all’interno del quale avviene la grande trasformazione che permette all’universo e all’uomo di esistere. In questa prospettiva, il simbolo è stato anche identificato con Madre Terra, intesa come il tramite con il Grande Mistero, dispensatrice di vita e di evoluzione. Questo stesso simbolo, con i medesimi significati, è molto diffuso nelle culture pre-cristiane del nord Europa. Presso i Celti il disco forato, chiamato nella sua definizione più arcaica “Shahqt-mar”, era il simbolo del Cerchio Sacro al cui interno avveniva il processo evolutivo che portava alla trasformazione alchemica della sostanza dell’universo, da materia inanimata a spirito, in una continua trasmutazione degli elementi. 

Ancora oggi nei Paesi celtici il simbolismo del Cerchio Sacro è conosciuto con lo stesso significato anche se con nomi diversi, come “kelc’h” che per i bretoni indica il Cerchio, o sempre in Bretagna, Rod (la ruota). “Fàinne” è invece il disco forato in lingua irlandese. La famosa Tavola Rotonda del mito arturiano del Graal è anch’essa una rappresentazione della Shahqt-mar. E’ infatti rappresentata vuota al centro per ospitare le apparizioni del Graal, quest’ultimo inteso come centro creatore dell’universo e simbolo dell’immaterialità dell’esistenza. Per comprendere il significato filosofico del simbolo occorre risalire alla concezione filosofica delle culture dei Popoli naturali, che sono sostanzialmente diverse da quelle delle grandi religioni. Secondo i Popoli naturali, l’universo e tutto ciò che esso contiene fanno parte di un medesimo processo formativo, unitario e continuativo, che nell’antico druidismo prendeva il nome di Shan, ovvero l’esistenza sul suo piano reale e globale. Il principio creatore attiva in continuazione una grande magia: quella magia che permette alla terra, al cielo e a tutto ciò che convive in essi, di manifestarsi e continuare ad esistere in modo armonico. Questo processo avviene all’interno di un cerchio sacro che ne delimita l’azione, una sorta di crogiuolo alchemico dove avviene la trasformazione che anima il processo evolutivo universale. L’individuo può partecipare a tale processo ed evolversi nel suo microcosmo, a patto che non si discosti dal cerchio sacro che protegge la sua evoluzione. Ma il cerchio sacro rappresenta tutto l’esistere, ecco pertanto che l’individuo deve rendersi conto che la sua casa è il mondo intero, i suoi confini sono il grande abisso infinito che lo circonda. Nella consapevolezza della sua dimensione cosmica l’individuo può espandere la sua coscienza a tutto l’universo. Se vuole crescere, deve guardarsi intorno e prendere insegnamento dalla terra, dal cielo, dagli astri e da tutto ciò che vive nell’universo. La presenza del Mistero è in ogni cosa, e ogni cosa è profondamente affratellata all’uomo. Una variante della medicine-wheel è il cerchio con la croce in mezzo. Le braccia della croce simboleggiano i quattro punti cardinali e questa variante sta ad indicare ancor più precisamente l’espansione dello spirito verso tutte le direzioni possibili fino ad abbracciare tutta l’esistenza per parteciparvi sul suo piano reale e globale. Questa variante del simbolo è presente anche nei popoli del nord Europa: ci riferiamo alla croce celtica dei Nativi europei. La croce celtica, che nella sua forma più arcaica è rappresentata da un cerchio esterno con una croce inscritta e un cerchio interno vuoto in mezzo, è la rappresentazione grafica di un insegnamento che si traduce in un complesso simbolismo che nelle scuole druidiche veniva insegnato come la filosofia della “triade” e della “tetrade”, l’aspetto più sacro dell’insegnamento druidico.
Il simbolismo della croce celtica contiene le indicazioni per comprendere i tre mondi dell’uomo, il corpo, la mente e lo spirito, e contemporaneamente esprime anche il cammino per giungere alla conoscenza del Mistero riferito all’intima natura dell’esistenza. L’arte del megalitismo, presente su tutto il pianeta è la manifestazione evidente delle origini arcaiche della tradizione comune dei Popoli naturali. Conserva il simbolo del cerchio sacro nella sua forma più arcaica, disegnato da grandi cerchi di pietre erette (i cromlech) di cui abbiamo testimonianze in tutti i continenti. Ma anche sotto forma di pietre forate: famose quelle di Cornovaglia e Bretagna. In questa chiave si potrebbe rivisitare il significato di certi tumulus circolari e vuoti dentro, come ad esempio quelli dell’imponente tempio di Clava Cairn, in Scozia. I tumulus sono stati considerati dagli archeologi come monumenti funerari, anche se solo in pochi casi sono stati ritrovati resti di sepolture all’interno; ma nulla vieta di pensare che in realtà fossero templi ispirati al simbolismo del Cerchio Sacro. Lo stesso si potrebbe ipotizzare per le famose coppelle, abbondanti nei ritrovamenti archeologici di tutto il pianeta. 





IL MITO DELLA RUOTA D’ORO DELLA CITTA’ DI RAMA 

 


 

Le leggende di molti Popoli naturali, dai Nativi europei agli aborigeni australiani, parlano della discesa dal cielo di una conoscenza che rivoluzionò la storia del pianeta.
La cultura giudaico-cristiana parla della caduta dal cielo di uno smeraldo che venne trasformato dagli angeli dell’Eden nella coppa del Graal, affidata ad Adamo ed Eva. Secondo l’ermetismo alchemico, a seguito della cacciata dall’Eden la coppa venne ereditata da Osiride e dopo la sua morte, causata da Seth, la coppa andò perduta. In seguito Artù e i cavalieri della Tavola rotonda impegnarono tutta la vita alla sua ricerca per portarla a Camelot allo scopo di rinnovare il perduto Eden. L’Alchimia interpretò lo smeraldo caduto dal cielo come una fonte di conoscenza associando la parola Graal all’acronimo: “Gnosis Recepita Ab Antiqua Luce”. L’Alchimia lo legherà alla simbologia della Tavola di smeraldo di Ermete Trismegisto e nel concetto di “Lapis exilis”, sinonimo della Pieta filosofale alchemica discesa dalle stelle.
Platone riportò nelle sue opere un mito assimilabile a quello del Graal, il mito greco della caduta di Fetonte, che con il suo carro celeste precipitò in una zona europea dove si incrociano due fiumi. Secondo le tradizioni druidiche della Valle di Susa, in Piemonte, Fetonte cadde nell’area subalpina. Esse riportano che sulle pendici del monte sacro “Roc Maol” (il nome celtico del monte Rocciamelone) esisteva una confraternita di mestiere che si riferiva al fuoco come emanazione del sole e con cui fondeva e lavorava i metalli. Quando nella valle del Po cadde il dio con il suo carro, essi raccolsero le sue spoglie e le portarono al Tempio del Fuoco sulle pendici del Roc Maol per venerarle e custodirle. I resti del carro solare celeste vennero fusi dando forma ad una grande ruota d’oro forata, del diametro di 2 metri. Da questo memorabile evento ebbe inizio la Scuola iniziatica del Fuoco che si trasformò in seguito nella Scuola druidica omonima che operò per migliaia di anni sul continente europeo in relazione con la civiltà di Ys del bacino del Mar Nero.  La Scuola, prendendo a riferimento la sua esperienza di pratica operativa della fusione dei metalli, sviluppò la dottrina alchemica della trasformazione della materia come atto simbolico della possibilità di portare l’Iniziato dal visibile alla qualità invisibile dell’esistenza. Per tale motivo questa Scuola divenne capostipite dell’Arte druidica e nei millenni successivi questa Arte, trasmessa nel tempo, divenne l’Arte Regia dell’Alchimia sul continente europeo.
Intorno a questo antico santuario venne quindi edificata la grande città-fortezza di Rama che si espanse per decine di chilometri nella valle di Susa in direzione del fiume Po. Una città megalitica che fu meta degli antichi Pelasgi in cerca di una nuova terra dopo il diluvio e successivamente, secoli più tardi, da parte di dignitari dell’antico Egitto. 





IL MITO DELLA ROCCIA FORATA

 


 

Un mito arcaico del patrimonio dell’antico druidismo europeo:
All’inizio c’era solo l’abisso primordiale che precipitava su se stesso, come una cascata fragorosa di un fiume ribollente e urlante che si rigenerava senza fine là da dove finiva.
Dalle nebbie dell’abisso ribollente nacque la Terra.
Quando la Terra fu completa non era ancora abitata dall’uomo. C’erano le piante a coprire l’intera Terra come una grande foresta. I progenitori non erano ancora comparsi. C’erano solo i terribili signori della notte, invincibili e dominatori di tutto ciò che aveva preso a vivere sulla Terra.
Fu allora che il Drago primordiale vide le loro iniquità e decise di cancellare la loro presenza sulla Terra. Gettò al suolo un grande masso di roccia schiacciandoli e così li cancellò per sempre dalla memoria.
Il suolo tremò e il cielo si oscurò. Quando la quiete ritornò sulla Terra ammutolita il Drago si mise a creare i progenitori perché costoro potessero partecipare alla sua forza e al suo potere.
Creò i progenitori e visse tra di loro ospitandoli nella sua Terra segreta come figli. Quando costoro furono in grado di camminare li condusse al luogo dove c’era la grande roccia. Ai piedi della pietra c’era l’albero che dava vita ai morti e faceva rinascere quelli che già erano nati.
La pietra era immensa e rotonda. Al centro c’era un grande foro, anch’esso rotondo, che l’attraversava per tutto il suo spessore.
Dentro al foro non c’era nulla. C’era solo il vento che l’attraversava con lo stesso fragore del fiume ribollente e urlante dell’abisso su cui si trovava appoggiata la Terra.
Il drago si pose al centro della roccia forata e disse ai progenitori: “Questo vuoto non è qui per caso. Esso rappresenta il riflesso opposto alla solidità della pietra che vedete adesso con i vostri occhi di sempre.
Ma se saprete guardare meglio, nel vuoto che è mostrato dalla roccia potrete leggere il segreto di tutte le cose e da dove viene e dove va il fiume primordiale su cui si sostiene la Terra. E questo sarà il segno del potere dei progenitori”.
Il Drago aggiunse ancora: “Il mio posto non è su questa Terra e sto per andare via. Prima però vi faccio dono di questa pietra che lascio per voi. Se imparerete a leggere la roccia lungo il suo bordo troverete i suoi ventidue angoli segreti che riveleranno come guardare questo vuoto e come giungere al centro che gli dà forma”. I progenitori ascoltarono e capirono che per poter leggere i segreti angoli della roccia dovevano imparare a tacere e a guardare. Così, dopo che il Drago li lasciò seguendo il cammino dove porta il sentiero dell’arcobaleno, andarono a sedersi all’ombra del grande albero che era nato tra il cielo e la Terra per ottenere il Potere che era stato loro promesso.

Questa è la storia dei nostri progenitori. Questa è la memoria che conserviamo dei tempi antichi. Questo è l’inizio che fu dato alle nostre vite e a quelle che seguiranno ancora dopo di noi. 



Dal Libro “Miti e Leggende dello sciamanesimo druidico” a cura di Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero
Triskel Edizioni, Torino

 

 

 

 

 

 

 

sabato 4 maggio 2019

IL SOGNO DI MERLINO E IL SACRO GRAAL - 2° parte







Il SOGNO DI MERLINO E IL SACRO GRAAL

- 2° parte -

 

 


“Gnosis Recepta Ab Antiqua Luce”


Ho ripreso a “canalizzare” Merlino, quel Sé interiore vasto come la Terra e il Cielo, ponendo precise domande che concernono gli elementi fondamentali dell’antica arte e conoscenza druidica, così come delle leggende arturiane...





CREATURE MITOLOGICHE O REALI?




Domanda:

“Tutti quegli esseri di cui si narra nelle leggende, come draghi e folletti, fate ed elfi… esistono, sono esistiti veramente o sono soltanto una fantasia?”


Risposta:

“Tutti quegli esseri, come qualsiasi altra creatura che sia esistita sul vostro Piano, sono viventi ma in una differente dimensione.

Essi ‘vibrano’ cioè in modo diverso da voi ed è il motivo per cui non li vedete.

È quella “Terra di Mezzo” di leggendaria memoria.

Hanno dovuto proteggersi in tal modo per sopravvivere e continuare la loro evoluzione.

Esistono innumerevoli ‘Regni’ in questa Esistenza, ciascuno con la vibrazione adatta per lo sviluppo di determinate forme.

Similmente al ‘Regno dei Morti’ e tanti altri.

In altri tempi era normale convivere con alcune di quelle creature, ma poi il distacco si rese necessario quando voi perdeste il contatto con la Madre e con la vostra interiorità.

Oggigiorno sta lentamente tornando quella possibilità, in base al vostro risveglio alla vera Vita.

Molti di quegli esseri vorrebbero con tutto il cuore avere di nuovo una connessione con voi, sentire la vostra vicinanza, e posso dirvi che avverrà e sta già avvenendo per qualcuno.

Tornerà il tempo dei magnifici draghi, delle incantevoli fate, dei meravigliosi elfi, dei simpatici gnomi e tutte le strardinarie creature di cui avete sentito con stupore raccontare nelle favole.

Quel tempo è ormai vicino, e potrete rendervene conto dall’amore e dal rispetto che spontaneamente comincerete ad avvertire per la Natura.

Nella misura in cui aumenta la vostra sensibilità ed empatia verso gli esseri che potete vedere con i sensi ordinari, ed anche l’amore per voi stessi, si apriranno certe porte rimaste chiuse per secoli: le porte della percezione sottile.

Riconoscendo nuovamente la sacralità della Vita, tutto questo accadrà.

Basterà che apriate il vostro Cuore…

Io Sono Merlino.”





COME CONTATTARE LE CREATURE DELLA “TERRA DI MEZZO”





“Cara Matilde,


Chiedilo alla Madre Terra.

Fallo possibilmente stando in un bosco e rivolgendo la tua preghiera alla Natura intorno: un albero, un fiore, un animale, un corso d’acqua, il sole che filtra fra i rami, il vento che soffia leggero…

Fallo con tutto il tuo cuore e prometti che non farai mai del male ad alcuna di quelle creature.

Prometti anche che ti prenderai cura di qualcuna di esse: un animale domestico, uccelli o altri abitanti del bosco.

Quelle creature hanno bisogno di vedere il tuo amore in azione e non soltanto il bisogno di soddisfare una curiosità.

Se vedono che sei sincera, amorevole e gentile potrebbero venire a te… sicuramente in un momento in cui non te l’aspetti!


Un abbraccio dai Saggi”







QUAL È LA DIFFERENZA TRA UN MAGO E UN DRUIDO?



“In realtà vi è poca differenza. Ecco perché io sono un Druido e mi chiamano il ‘Mago Merlino’. Merlino non è un nome di persona ma piuttosto un nome collettivo. Molti sono stati i Merlino nello svolgersi delle epoche. Esso indica un ruolo e una qualità. La qualità è quella del ‘Mago’, ovvero il comprendere le leggi della Natura imparando a rispettarle e ad applicarle nella vita quotidiana. Il ‘ruolo’ è quello di una guida per i ‘viandanti solitari’: coloro che cercano lo scopo della vita. Un Druido è essenzialmente quella guida, avendo la capacità di intrattenersi tanto con il mondo naturale quanto con il mondo degli uomini. Questi ultimi essendosi notevolmente distaccati dalla Natura come dal mondo interiore e non riuscendo più a trovare la giusta via di Casa. Essere un Mago è lo stato che precede e sostiene la Saggezza. Un Druido è colui che cammina tra i boschi proteggendone gli abitanti e coloro che li attraversano con rispetto. Il Druido è un custode della Terra, avendo stretto con Essa un patto di mutua fiducia ed assistenza.”






COS’È UNA RADURA SACRA?



“Una ‘Radura Sacra’ è quello spazio, all'interno di un bosco o nella foresta circondato dagli alberi, nel quale il Druido si ritrova per comunicare meglio con la ‘Radice della Vita’, attraverso il contatto diretto con il mondo naturale. Nei tempi antichi era assai facile trovare una radura silenziosa lontana dalle città, senza altri esseri umani. Oggi, come vedete, è molto più difficile, tant'è che i moderni Druidi possono creare essi stessi simili spazi anche nei propri giardini e terreni. Una volta disponibile, la radura viene consacrata invocando le ‘Energie delle Quattro Direzioni’ e la benedizione dei Guardiani e degli Spiriti del luogo: cosa che sarà di beneficio per tutti gli esseri che lo abitano e per coloro che vi sosteranno. Ma la Radura Sacra è anche un luogo interiore nel quale ci si ritira per ascoltare l'intima voce del ‘Silenzio nel Cuore’, connettendosi in tal modo alla misteriosa Sorgente di tutte le cose: la ‘Radice della Vita’.”







A COSA SERVONO I CERCHI DI PIETRE?


“I ‘Cerchi di Pietre’, dopo i luoghi naturali come le ‘Radure Sacre’, sono stati il primo tempio creato dall’opera umana. Le pietre sono considerate le ‘ossa della Terra’, la nostra Grande Madre. E nelle ossa si conservano le ancestrali memorie, l’intero passato geologico, biologico e coscienziale. Costruire un cerchio di pietre, specialmente se si tratta di Menhir (pietre erette), è parte di un’antico sapere: una tecnologia sacra. I Cromlech vanno infatti ad influire sulle correnti vitali della Madre, che potremmo paragonare ai nostri meridiani energetici, rafforzando e nutrendo la rete energetica interna e apportando nuova vitalità ai luoghi circostanti. Inoltre favoriscono la salute e crescita spirituale degli individui che vi sostano, pregando, meditando e celebrando rituali di Magia Bianca…”






COS’È LA CAVERNA DI MERLINO?




“La ‘Grotta dei Cristalli’ o ‘delle Visioni’, è un luogo molto intimo e segreto nascosto nelle viscere della Terra. Come qualsiasi caverna naturale, esso corrisponde al ‘Grembo della Madre’ ed è utilissimo soggiornarvi quando si debba prendere una decisione importante, avere chiarezza riguardo una situazione o semplicemente riposare e rinnovare il proprio essere. Nei tempi antichi, tali luoghi venivano utilizzati durante certe iniziazioni e anche per viaggi fuori dal corpo o nel tempo. Alcuni templi, simili a caverne, vennero realizzati con il medesimo scopo. Ma si tratta anche, al pari delle ‘Radure Sacre’, di uno spazio interiore in cui la Luce, condensata nella presenza dei cristalli, è generata dal buio grembo della Terra, così come una pianta nasce dal suo seme o l’ordine dal caos…”.






LA TRAPPOLA DI CRISTALLO




Domanda:

“Secondo i racconti tradizionali, Merlino finisce intrappolato da un potente incantesimo di Viviane (o Ninue, in altre versioni) che lo voleva tutto per sé… C’è qualcosa di vero in questa storia?”




Risposta:

“C’è sempre una verità nascosta tra le pieghe di un mito o di una leggenda. Si tratta di memorie di eventi storici attorno ai quali il tempo e la fantasia dei Bardi concede una seconda vita grazie alle loro abilità di poeti e cantori. Ebbene fu in una passata incarnazione, in un’altra era e civiltà, che venni rinchiuso in un cristallo per un incalcolabile numero di anni fino a che trovai il modo per liberarmi. Nelle storie cui fai riferimento, mi lasciai volontariamente incantare dalla mia discepola dopo averle insegnato ciò che potevo. Il mio compito sulla Terra era ormai concluso, in quell’epoca, e non rimaneva che attendere il nuovo Re e un Nuovo Regno. Così feci e permisi che gli avvenimenti prendessero una piega inconsueta: un modo originale per ‘lasciare il campo’! Volevo invero riposarmi e avere tutto il tempo per riflettere sulla mia vita e su quanto avessi fatto per favorire o contrastare il corso degli eventi, nell’eterno gioco degli opposti. La mia trappola cristallina funzionò a meraviglia, in quelle passate circostanze ad Atlantis, e si rivelò per me una delle più importanti iniziazioni...”.









I SIMBOLI DELL’ANTICA RELIGIONE VIVRANNO PER SEMPRE


È interessante notare come nelle festività “comandate” del cosiddetto Cristianesimo, le credenze del pensiero dominante non siano considerate importanti nell’immaginario collettivo quanto quelle precedenti l’avvento di tale oscura religione.

Ad esempio, tra i simboli del Natale vengono privilegiati quelli dell’Albero e di Babbo Natale piuttosto che il Gesù Bambino: l’Albero è un antichissimo simbolo druidico – l’Axis Mundi - mentre Babbo Natale, che la Chiesa ha tentato di “cristianizzare” in un fantomatico Santa Claus, non è altro che il ricordo di uno sciamano o stregone.

Nell’Epifania, che nelle intenzioni dovrebbe rappresentare la prima manifestazione della divinità di Gesù, è preferito il simbolo della Befana, portatrice di doni come Babbo Natale: figura che riporta la memoria di una donna-medicina o strega.

Nella Pasqua, indicante la resurrezione del Redentore, domina l’immagine dell’Uovo: presente in tutte le culture antiche come simbolo di fertilità e del perpetuarsi della Vita.

Vediamo in tal modo come la simbologia delle principali festività cristiane rimandi invece al ricordo di un’antica religione, prima che venisse soppressa dai conquistatori: l’Impero Romano, e, successivamente, il Cristianesimo.

La Religione Naturale o Sciamanesimo sopravvive così nella coscienza collettiva e continua ad avere la sua benefica influenza, nonostante tutti i tentativi di distruggerne perfino la memoria…




Sam-Yen