domenica 7 aprile 2019

LA MAGICA IRLANDA DEI DRUIDI E DEGLI DÈI TUATHA DE DANAAN - seconda parte -


LA MAGICA IRLANDA DEI DRUIDI E DEGLI DÈI TUATHA DE DANAAN 

- seconda parte -

La dea Danu, poco si sa di lei, la più antica testimonianza irlandese del 1000 a.C. Lebor Gabala, riporta il significato del suo nome che vuol dire insegnante, saggezza. Dea dell’abbondanza e della fertilità, ma da studi più approfonditi sembra che Danu non sia attestata in nessuna fonte irlandese, per cui la trasformazione dal nome Danu a Danaan fosse un’improria interpretazione letteraria di fine ‘800, primi del ‘900, periodo in cui si era diffuso l’entusiasmo per la passione della cultura celtica con tutto il suo misticismo. Quindi gli autori di più di un secolo fa, si erano affidati all’ipotesi degli studiosi del tempo che avevano attribuito al nome di Danu l’immagine della dea madre di tutti gli dèi (irlandesi) paragonata alla greca Demetra, poi associata alla fertilità e all’abbondanza come la dea madre dispensatrice di vita e di nutrimento per tutti gli esseri viventi vegetali ed animali, in seguito trasformata nella dea regina degli inferi e delle forze sotterranee. De Vries riteneva che Danu avesse in qualche modo un richiamo con la divinità indoeuropea collegata con la dea madre universale Aditi appartenente alla mitologia indiana, con il carattere ambiguo tanto benigno quanto maligno, molto più simile alla dea indiana Kalì.

Niente di più e niente di meno l’ipotesi più accreditata resta quella secondo i recenti studi, in cui Tuatha de Danaan si riferiscono letteralmente alla Tribù di Danaan, lasciando invariato il nome della madre divina in quanto il nome Danaan si ritrova senza traslitterazioni nel Libro delle Invasioni d’Irlanda: Danaan, figlia di Delbàeth Tuirill Bìcreo, e madre dei tre figli Brian, Iuchar e Iucharba avuti dopo un rapporto incestuoso con lo stesso padre Delbaeth. Danaan fu la madre dei primi tre dèi Tuatha che, come riportato nel poema Lebor Gabàla, era proprietaria terriera insieme a sua sorella Bé Chuill e in un verso del Cath Maige Tuired era esperta in stregoneria. Nella contea di Chiarrai (Kerry), nel Luachair Deaghaidh, ci sono due colline gemelle alte poco meno di 700 mt che sembrano due seni di una donna supina. Non per nulla sono state chiamate in medio irlandese Dà Chich nAnann, che vuole dire i “due seni di Anu” e cioè la dea Ana/Anu la quale risulta menzionata da una fonte antica del Sanas di C.Mac Culennain, dove viene definita la madre degli dèi irlandesi. Il nome stesso deriva dalla parola Anae che significa abbondanza e che compare anche nell’antica Roma rappresentata da Anna Perenna, e ancora più lontano in India con Annapurna. Apparentemente sembra esserci un collegamento per via della simile desinenza tra Anann e Danaan ma un dettaglio descritto nei versi 62 e 64 del libro Lebor Gabàla Erenn, le distingue come due divinità diverse l’una dall’altra, in particolare Anann: sorella di Badb e Macha, le tre figlie di Ernmass. “...Ernmass aveva altre tre figlie, Badb Chatha, Macha e Morrigan, il cui altro nome era Anann...”, conosciuta meglio come la strega che dimorava nella caverna delle Dane Hills. Quindi Anann è il corrispettivo della terribile e allo stesso tempo affascinante dea Morrigan. Ella era la dea della morte e della guerra. Amava tramutarsi in varie forme a seconda della situazione che lo richiedesse. La sua forma preferita era il corvo che sui campi di battaglia accompagnava i soldati sventurati per poi cibarsi della carne delle vittime. Vestiva di rosso come i suoi capelli perhè il rosso è il colore dell’Adilà. Era vista viaggiare sul suo carro guidato da un destriero fantasma. L’Irlanda è anche conosciuta con il nome originale di Eire che deriva da Eiru, che insieme alle due sorelle Banba e Fodla era regina della Tribù dei Danaan, figlie di Ernmass a sua volta figlia di Nuada, Re dei Tuatha de Danaan. Nuada, detto anche Nuada Airgetlam, fu colui che possedeva la mitica spada Claim Solais, destinata a dare vittoria a chi la impugnava. Egli fu colui che guidò i Tuatha de Danaan prima nel paese di Lochlann (Norvegia), già all'epoca abitata dai Fomoire. Qui all’epoca i Tuatha strinsero alleanza con questi ultimi e vi furono anche delle unioni matrimoniali tra i due popoli. Dopo un certo periodo di stanziamento in queste terre, i Tuatha ripresero il viaggio verso Alba (Scozia) per rimanerci 7 anni. Quando cominciò ad essere piuttosto numerosa, la Tribù dei Thuata de Danaan ripartì di nuovo, questa volta alla conquista di Eiru (Irlanda) dove dovette vedersela con i Fir Bolg. I Tuatha erano un popolo suddiviso in tre classi sociali distinte: c’erano i nobili condottieri, i sapienti druidi esperti in arti magiche, e gli abilissimi artigiani nelle attività creative ed artistiche. I Tuatha eccellevano in tutto. Per queste qualità, oltre che essere molto longevi, erano visti dalla gente comune come degli dèi immortali. In realtà erano esseri mortali come tutti gli altri solo che vivevano molto più a lungo. Pertanto si era creduto che forse i Tuatha provenissero dall’Isola “dell’Eterna Giovinezza”, Tir na Nog, un’isola lontana avvolta nella nebbia, raggiungibile dopo una serie di lunghi viaggi, come andare in un altro mondo dove non esistono morte e malattia, dove la vita qui è fatta solo di cose piacevoli. 

Un eroe di altri racconti (come quello di Finn), visitò questa terra remota rimanendo affascinato da tanta bellezza che per qualche giorno vi soggiornò. Tuttavia egli dovette ritornare in patria e sebbene fossero trascorsi pochi giorni dalla sua lontananza, al rientro a casa passarono invece molti anni (viaggio spazio temporale ?). Quando i Tuatha atterrarono sul suolo irlandese a Connaught, sulla Montagna di Ferro, nella contea di Leitrim, essi scesero dalle loro Nubi che per tre giorni oscurarono il sole. Non furono ben accolti dai Fir Bolg, i quali dopo una serie di trattative finite male, mossero guerra contro i Tuatha. A sei settimane dal giorno dell’arrivo dei Tuatha (intorno al solstizio d’estate), ebbe così inizio la battaglia di Mag Tuired (la Pianura dei Pilastri), dove i due schieramenti guidati dai loro rispettivi re e valorosi combattenti si scontrarono duramente. La feroce battaglia dove vide cadere in campo numerosi eroi da entrambi le parti contese, durò 4 giorni, e in questi 4 giorni si innalzarono tanti tumuli e pilastri in pietra in onore dei caduti. Il quarto giorno sembrava che i Tuatha avessero la peggio, in quanto durante un violento duello, il guerriero dei Fir Bolg, Sreng mac Sengainn con la sua spada recise di netto all’altezza della spalla il braccio destro di re Nuada dei Tuatha, mandandogli in frantumi lo scudo. Nuada fu subito difeso da Dagda e i capi dei Tuatha lo portarono via in salvo dal campo. Questo fatto comportò un iniziale smarrimento tra le truppe Tuatha, ma immediatamente dopo, la guerra riprese con maggior irruenza ed atrocità tra colpi di spada e terribili incantesimi dei druidi di entrambi gli schieramenti,fino a che il valoroso re supremo di Eiru dei Fir Bolg, Eochaid mac Eirc, venne ucciso. La guerra terminò il quinto giorno con la resa dei Fir Bolg, nonostante questi nell’ultima furiosa incursione fossero riusciti a sfondare le difese nemiche ed entrare vincendo ogni resistenza. Sreng mac Sengainn e Nuada si trovarono di nuovo uno di fronte all’altro. Dal momento che il re dei Tuatha era mutilato, debole e sofferente il capo dei Fir Bolg decise con gesto magnanimo di interrompere qui i combattimenti, poichè era giunto alla conclusione che comunque fossero andate le cose, la guerra avrebbe causato solo ulteriori ed innumerevoli perdite tra centinaia di uomini e donne da entrambe le parti... ed aveva già portato via i migliori. Quindi si arrivò a stipulare un patto di pace tra i due popoli con la vittoria attribuita ai Tuatha e i Fir Bolg potevano scegliere di restare nelle 5 province di Eiru di loro preferenza. Essi scelsero di stabilirsi nel Connacht. C’è chi dice che i superstiti dei Fir Bolgs lasciarono Eiru per rifugiarsi dai Fomore nelle isole di Ara e Ile, Mana e Rachra dove vi costruirono delle imponenti fortificazioni che tutt’oggi possiamo ammirare e a cui è difficile dare una datazione precisa. Tra i monumenti di questo tipo più suggestivi dell’Europa preistorica è la fortificazione di Dùn Oengusa a Inishmore, realizzata su una scogliera a strapiombo sul mare da un’altezza di 61mt.. Quindi i Tuatha furono i Signori d’Irlanda, o Eiru, e regnarono dal 1897 al 1700 a.C., quando re Nuada venne destituito perché, gravemente ferito, pertanto non era in grado di governare il Paese, che secondo loro tradizione un sovrano fisicamente non perfetto non poteva regnare. Al posto suo sedette al trono il campione Eochaid Bress che divenne il primo re Tuatha di Eiru, misto sangue con i Fomore (madre Tuatha de Danaan e padre Fomore). Il suo mandato però durò solo sette anni. Fu mandato via a causa del suo malgoverno che lasciò la popolazione in miseria e povertà. Bress si ritirò con la madre, Eri, nel paese del Side, dove dimoravano i Fomore per chiedere un esercito potente al fine di combattere i Tuatha e di prentendere indietro la terra di Eiru con la forza, sebbene non ne fosse degno . Nel frattempo Nuada ritornò con un braccio nuovo d’argento attaccato alla spalla (una sorta di protesi? A quale operazione di chirurgia bionica Nuada fu sottoposto?) il quale potè riprendersi il suo trono. I Fomore potrebbero essere stati uno degli ultimi sopravvissuti di Atlantide che emigrando verso Nord, si stabilirono in queste terre boreali. Secondo il mito, erano descritti come esseri giganteschi e a volte mostruosi come Balor, ed erano in possesso di una tecnologia avanzata, sconosciuta ai comuni mortali di quel tempo. Ad esempio, ricordiamo l’arma letale di Balor, costituita dall’unico occhio sulla sua fronte,che sprigionava un fascio incandescente di luce da bruciare chiunque e qualsiasi cosa. Addirittura ci volevano 4 uomini per sollevare la pesante palpebra per chiudere l’occhio...il che fa pensare benissimo come già anticipato nel precedente post, a un ordigno meccanico più che a un orrido ciclope. Stando ai racconti antecedenti erano persone fisiche, sicuramente alte di statura, che una volta conosciuti i Tuatha de Danaan e venuti a contatto con loro, finirono con imparentarsene. Infatti Bress, detto il “bello” era figlio di Eri della tribù dei Danaan, e di Elatha della tribù de Fomori. Si dice che la bella Eri guardava le terre e il mare dalla casa di Maeth Sceni quando si vide arrivare dalle onde una barca d’argento con a bordo un uomo di bell’aspetto, vestito di tessuto dorato e con i capelli biondi lunghi fino alle spalle. Aveva una spilla con una pietra preziosa al petto e cinque cerchi d’oro al collo. Con sé portava due lance d’argento con la punta di bronzo e una spada dall’elsa d’oro con intrecci e borchie d’oro. Lui era venuto apposta per unirsi a lei sebbene lei non lo avesse mai visto prima di allora. Dalla loro unione, come Elatha le aveva predetto, nacque Eochaid Bress, il Bello, il quale già da subito si rivelò essere un bambino più grande della media, dalla crescita rapida fino a che non diventò alto, bello e forte. Da fonti poco dettagliate, sembra che i genitori di Bress avessero avuto lo stesso padre e quindi sarebbero dovuti essere fratello e sorella, in quanto dai testi genealogici irlandesi Delbaeth mac Neit era il nome del padre di Elatha, ma anche Eri aveva avuto il padre col nome di Delbaeth. Bress una volta umiliato e scacciato dal regno di Eiru si rifugiò con sua madre Eri presso i Fomore e qui chiese l’intervento armato a Balor e al re dei Fomore, Indech mac De Domnann. Nel giorno del Samain (dal 1° di novembre), a trent’anni di distanza dalla prima grande battaglia, stava cominciando la seconda battaglia di Mag Tuired, dove vide un grande dispiegamento di eserciti pronti a tutto, sia dalla parte dei Fomori che ambivano di conquistare la terra di Irlanda e dall’altra i Tuatha de Danaan con i suoi valorosi combattenti armati di spade e lance le cui lame erano state forgiate con grande maestria e con una tecnica sbalorditiva dai loro abilissimi fabbri ed artigiani. 

Tra le fila dei Tuatha spiccò la figura di Lug considerato poi secondo la leggenda irlandese come il dio della luce o del sole o, secondo un’altra interpretazione, era adorato come il dio del fulmine e dei lampi come Zeus o come Indra, il dio Indù della pioggia di tradizione vedica indiana. Su Lug, il campione dei Danaan, si narra che era figlio della bellissima Ethné, a sua volta figlia di Balor, concepito durante uno degli incontri furtivi tra lei e suo cugino Cian, il quale era riuscito a conoscere i segreti di come entrare nella impenetrabile Torre di Vetro situata nella gelida isola di Tor Inis, dove Ethné era segregata fin da bambina dal padre per via di una profezia. Molto tempo prima un Druido profetizzò che Balor sarebbe stato ucciso per mano di suo nipote. E’ per questo che il terribile Fomore dall’occhio malvagio, fece rinchiudere sua figlia sola con le sue nutrici nella torre affinché non potesse incontrare nessun uomo. Tra i testi mitologici che riportano con maggior dovizia e dettaglio la figura di Lug, Cath Maige Tuired è il più autorevole. Ma sulle origini dell’eroe ci sono diverse versioni non molto dissimili tra loro e comunque ci si è affidati alla leggenda di Kian son of Kontje, basata su un racconto fatto a viva voce da una anziana contadina di Achill Island. Lug neonato, affinché non venisse scoperto dal nonno Balor, venne affidato alle cure del Druido Manannan mac Lir, il cavaliere del mare increspato, il quale lo adottò e lo educò insegnandogli le arti magiche. 

Ritornando alla battaglia che divampò in tutta la sua ferocia, dove dalla parte dei Fomore combatteva un’armata imponente e dalla parte dei Tuatha de Danaan c’erano campioni ed eroi, lo stesso re Nuada, i Druidi con i loro potenti incantesimi e sortilegi, e la dea Morrigan. Il fatto che i Fomore avessero dei legami di parentela con i Tuatha de Danaan, la battaglia ricorda il Mahabaratha indiano dove appunto si narra la guerra dei fratelli Pandava contro i loro prepotenti cugini Kurava. Le due schiere si lanciarono l’una contro l’altra levando urla spaventose. Lo scontro corpo a corpo dei guerrieri fu assordante tra il cozzare degli scudi, il fendere delle spade e il sibilare delle lance, tra le terribili grida e i colpi inferti. Caddero morti molti uomini. “Orgoglio e vergogna stavano fianco a fianco. C’era collera e c’era furore”. Tra i caduti ci fu anche re Nuada.L’occhio di Balor lanciava il suo malefico potere distruttivo contro chiunque lo fissasse. Lug avanzò verso Balor deciso a vendicare la morte di Nuada e pronunciando un lungo incantesimo, scagliò una pietra con la fionda centrando in pieno l’occhio non appena questo veniva aperto con l’aiuto di 4 uomini. La pietra trapassò la testa di Balor facendo ribaltare all’indietro l’occhio, così che lo sguardo si rivolse verso l’armata alle spalle del gigante, uccidendo in questo modo l’intero esercito dei Fomore e il corpo di Balor cadde a terra senza vita schiacciando a morte sotto il proprio peso diversi suoi guerrieri. Così si compì la profezia secondo la quale Balor era destinato a morire ucciso da suo nipote Lug che dopo la vittoria divenne il nuovo re dei Tuatha de Danaan di Eiru…   

 

Fonti internet: Atlantis re-investigated – Bifrost miti, Celti Irlandesi – blog Fratellanza Pagana




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