domenica 28 gennaio 2018

LA VERITÀ NASCOSTA DELLA LEGGE DI ATTRAZIONE





LA VERITÀ NASCOSTA DELLA LEGGE DI ATTRAZIONE

 

 

Quando si parla di "Legge di Attrazione", uno dei principi basilari della Vita, di solito se ne dimentica sempre un 'pezzo'. Cosa che ovviamente non ne permette il corretto fuzionamento, rendendola spesso inefficace. Oltre a favorire cattive interpretazioni e fraintendimenti.

Bisogna pur ammettere che una 'mezza verità' è come una bugia!

Il vero scopo dell'intero "Processo di Creazione Personale"- il quale comprende non soltanto la Legge di Attrazione, ma anche altri principi altrettanto importanti - è rendere la vita appagante e felice, ad ogni livello, per chiunque entri in contatto con noi e per noi stessi... in questo preciso ordine.

Infatti è soltanto in questo modo che il Sé può elevarsi, espandersi ed arricchirsi.

Noi tutti dovremmo farci due semplici domande:


-Cosa posso dare agli altri?

-Cosa posso dare a me stesso?



L'ordine di queste due domande non deve mai essere invertito!

Naturalmente va bene desiderare di essere felici e realizzati. E' giusto e niente affatto incompatibile con la spiritualità anche ricercare ricchezza, fama e perfino potere... ma è molto importante il modo in cui ci si arriva, ciò che in India chiamano il 'seme dell'intento'.

Se lo facciamo a spese degli altri, ciò non può certamente essere considerato un atto degno e spiritualmente evoluto. Tentare di raggiungere i propri obiettivi ignorando gli altri e i loro bisogni, è, per così dire, la 'via lunga' , la più difficile e ardua. E porta sempre un'esperienza effimera e di falso godimento o soddisfazione.

L'Energia dell'Universo opera invece in modo assai più veloce e sicuro quando rispettiamo l'ordine di quelle domande.

E la prima trova sempre risposta nella seconda.

Neale Walsch, dialogando con la 'Coscienza Collettiva Superiore' nella famosa trilogia "Conversazioni con Dio", si sentì rispondere in questo modo al suo disperato desiderio di conoscere il 'funzionamento' della vita: 


"La tua vita non deve necessariamente essere una continua lotta. Il problema è semplice. Tu pensi che la tua vita riguardi te stesso. Invece la tua vita non riguarda te stesso".

"Davvero?" - afferma altezzoso Neale.

"Proprio così" - conferma Dio.

"E allora chi riguarda?" - chiede ancora il povero Neale.

"Chiunque nel mondo" - è la laconica risposta del Divino!


Ecco l'insegnamento di tutti i Maestri e Saggi, le Guide dell'umanità:

Non siamo qui per servire noi stessi ma gli altri... poiché gli altri siamo noi!

L'Altro è Te Stesso!!

Soltanto perdendo noi stessi possiamo ritrovarci.

Soltanto attraverso il donare possiamo ricevere.

"Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te"
è uno dei modi con cui Gesù soleva indicare tale principio universale.

E perfino la massima: "Ama il prossimo tuo..." esotericamente prosegue con "... perché è te stesso"!

Tutto ciò che fai per un altro lo fai per te stesso. 


E se non riesci a fare qualcosa per il prossimo, è qualcosa che perdi anche tu.

Tutte le cose originate da te ritornano a te. Infatti in tutto l'Universo ci sei soltanto Tu, in una infinita varietà di forme! 

Siamo tutti Uno.

Questa è la vera essenza della Legge di Attrazione.

Ed è ciò che fa la differenza tra il Paradiso e l'Inferno! 


Come in questa storiella che raccontava il Mahatma Gandhi: 

Un sant’uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese : "Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l’Inferno".

Dio condusse il sant’uomo verso due porte. Ne aprì una e gli permise di guardare all’interno. C’era una grandissima tavola rotonda. Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso. Il sant’ uomo sentì l’acquolina in bocca. Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall’aspetto livido e malato. Avevano tutti l’aria affamata. Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia. Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po’, ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio non potevano accostare il cibo alla bocca.

Il sant’uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze. Dio disse: “Hai appena visto l’Inferno”.

Dio e l’uomo si diressero verso la seconda porta. Dio l’aprì. La scena che l’uomo vide era identica alla precedente. C’era la grande tavola rotonda, il recipiente che gli fece venire l’acquolina. Le persone intorno alla tavola avevano anch’esse i cucchiai dai lunghi manici. Questa volta, però, erano ben nutrite, felici conversavano tra di loro sorridendo. Il sant’uomo disse a Dio : "Non capisco!"– E’ semplice – rispose Dio – essi hanno imparato che il manico del cucchiaio troppo lungo, non consente di nutrire sé stessi… ma permette di nutrire il proprio vicino. Perciò hanno imparato a nutrirsi gli uni con gli altri! Quelli dell’altra tavola, invece, non pensano che a loro stessi… Inferno e Paradiso sono uguali nella struttura… La differenza la portiamo dentro di noi!

I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni.


"Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo“.


Due brevi filmati che possono illustrare meglio delle parole questo insegnamento:

https://www.youtube.com/watch?v=zpapkY9YARQ

https://www.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DnuCZg-OUqc8&h=4AQF5et-J




La regola d’oro


Esiste una legge universale, che si trova nei testi sacri delle varie religioni, che è unica nel suo genere: “Fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi e non fare agli altri quello che non vorremmo fosse fatto a noi”. È talmente preziosa da essere chiamata la Regola d’oro! In forme diverse si trova espressa nei libri sacri delle principali religioni e nei testi sapienziali di molte culture.


CRISTIANESIMO: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti” (Vangelo secondo Matteo 7,12).


EBRAISMO: “Ciò che per te è odioso non farlo al tuo compagno. Questa è l’intera Legge” (31° Sabbat, Talmud Babilonese).


ISLAM: “Nessuno di voi è un credente finché non ama suo fratello come ama se stesso” (Profeta Muhammed, 13° dei 40 Hadiths Nawawi).


BUDDISMO: “Non ferire gli altri in maniera che tu non debba ritrovarti ferito” (Buddha, Uadanavarga 5, 18).


INDUISMO: “Questa è la somma del dovere: non fare agli altri ciò che ti causa dolore se fatto a te” (Mahabharata, 5.15.17).


CONFUCIANESIMO: “E’ il massimo dell’amabile benevolenza: non fare agli altri ciò che non vorresti che essi facessero verso di te” (Confucio, Analects 15.23).


GIAINISMO: “Nella felicità e nella sofferenza, nella gioia e nel dolore, dovremmo avere cura di tutte le creature come abbiamo cura di noi stessi ” (Mahavira, 24° Tirthankara).


SIKHISMO: “Come stimi te stesso, così stima gli altri” (Sri Guru Granth Sahib).


TAOISMO: “Rispetta la vincita del tuo prossimo come se fosse la tua, e la sconfitta del tuo prossimo come se fosse la tua” (Lao Tzu T’ai Shang Kan Ying P’ien 213-218).


BAHÁI: “Benedetto è colui che ama suo fratello prima di se stesso” (Bahá’ u’ lláh, Tablets of Bahá’ u’ lláh, Bahá’í World Centre, Haifa 1978).


ZOROASTRISMO: “Non fare agli altri ciò che è dannoso per te stesso” (Shayast-na-Shayast 13.29).


RELIGIONE TRADIZIONALE AFRICANA: “Ciò che dai (o fai) agli altri, questo ti sarà dato (o fatto) a te” (proverbio Rwandese).

Nessun commento:

Posta un commento