lunedì 26 marzo 2018

CONTINENTI PERDUTI: MU O LEMURIA


CONTINENTI PERDUTI:

MU O LEMURIA

 


All’epoca di Lemuria i continenti erano 7, ma due di essi spiccavano per la loro cultura: Atlantide e Lemuria.

Il colonnello inglese, James Churchward, stanziato in India verso il 1870, durante un periodo di grave carestia, si trovava presso un tempio per recare aiuto al sommo sacerdote. Churchward fece amicizia con il sacerdote, scoprendo che entrambi avevano una grande passione per l’archeologia. Un giorno il colonnello britannico si trovava nel tempio intento a decifrare un’iscrizione. Il sacerdote, dopo averlo visto tanto impegnato in quell’impresa, aiutò Churchward a tradurre ciò che era scritto sul muro del tempio, rivelandogli anche che si trattava di una lingua estremamente antica. Il sacerdote inoltre confessò che all’interno del tempio esistevano delle tavolette scritte nella stessa lingua che parlavano della terra di origine del genere umano, il continente Mu.

Tali tavolette erano state ritrovate in una delle sette città sacre dell’India (Rishikesh) e appartenevano ad una collezione molto più vasta. Il sacerdote disse a Churchward che le tavolette erano sacre poiché erano state scritte in un linguaggio oscuro e ricco di significati esoterici dai Sacri Fratelli, detti Naacal, venuti dalla madre patria in Asia sudorientale a portare le sacre scritture, le scienze e la religione. Le tavolette in questione sarebbero state vecchie di migliaia di anni e sarebbero state scritte, secondo il sacerdote, in Birmania o addirittura nel continente Mu. Purtroppo la sacralità e l’importanza di quelle tavolette era tale che era vietato rimuovere le loro custodie. Tuttavia una sera Churchward scoperse che il suo amico sacerdote aveva preso due tavolette e si accorse subito che erano di argilla cotta al sole ed erano impolverate.

Alla fine Churchward e il sacerdote decisero di esaminare tutte le tavolette e le tradussero integralmente. Scoprirono che le tavolette parlavano della creazione del mondo e dell’uomo, il quale era comparso per la prima volta nel continente Mu. Churchward, capita l’importanza della sua scoperta, iniziò a girovagare in India, poi in Birmania e infine per tutto il mondo alla ricerca di altre tavolette. Importanti per le ricerche di Churchward furono le scoperte di William Niven in Messico. Niven infatti scoprì delle città sepolte vecchie di decine di migliaia di anni distrutte da immensi cataclismi vulcanici. Tutto ciò, secondo Churchward, avrebbe dimostrato l’esistenza di civiltà “preistoriche” avanzate, come Mu. Inoltre Niven, durante i suoi scavi trovò duemilaseicento tavolette che facevano riferimento a Mu, permettendo a Churchward di aumentare le proprie conoscenze sul continente perduto.

Churchward, dopo molti viaggi e ricerche, riuscì a tracciare una storia di Mu che qui vi presento. Il continente Mu, situato nell’oceano pacifico, era un vasto territorio ondulato che aveva come confine settentrionale le isole Hawaii e come confine meridionale una linea immaginaria tracciata tra l’isola di Pasqua e le Fiji. Da est a ovest misurava 8000 Km e in senso verticale 5000 Km. Mu era ricca di vegetazione tropicale, fiumi, laghi e grandi animali. Era una sorta di grande giardino dell’Eden. Il continente era abitato da sessantaquattro milioni di abitanti, divisi in dieci tribù o stirpi e governati da un re unico (che aveva poteri sia spirituali sia temporali), detto Ra-Mu. Il regno di questo monarca venne chiamato “impero del Sole”. La religione seguita a Mu era unica per tutti i suoi abitanti: essi adoravano una divinità che veniva indicata con il nome fittizio “Ra il Sole”, poiché gli abitanti non ne pronunciavano mai il vero nome. Gli abitanti di Mu credevano nell’immortalità dell’anima e del suo futuro ritorno a Dio. Nel continente Mu non c’erano mai state violenze e si viveva nel benessere e nella prosperità. Mu, popolata da diverse razze, era dominata dalla razza bianca; le altre genti non avevano posizioni politiche rilevanti. La navigazione era una delle attività preponderanti dei “muani”, tuttavia essi erano anche ottimi architetti e scultori. Il materiale principale utilizzato in queste arti era la pietra. Mu era divisa in tre grandi zone ed aveva sette città principali.

Da Mu partirono navi che raggiunsero tutto il mondo e portarono scienza, religione e commercio. Mu fondò diverse colonie tra cui l’impero coloniale di Mayax in America, l’impero Uighur nell’Asia centrale e nell’est Europeo e il regno dei Naga nell’Asia meridionale. Secondo le tradizioni degli abitanti di Mu, la cui terra esisteva già 50.000 anni fa, l’uomo fece la sua comparsa su questo continente. Nel periodo di massimo sviluppo per gli abitanti di Mu, la parte meridionale del continente fu sconvolta da catastrofi vulcaniche e da maremoti. Dopo questo periodo di instabilità geologica, la vita su Mu riprese e vennero ricostruite le città e i templi. Tuttavia, quando la precedente catastrofe sembrava già dimenticata, il continente Mu, circa 13.000 anni fa (poco dopo la stessa sorte sarebbe toccata ad Atlantide), fu distrutto definitivamente, inabissandosi. Lo sprofondamento causò un immenso maremoto che sconvolse tutto il pianeta. Pochi sopravvissero alla tragedia, salvandosi nelle odierne isole del Pacifico, ultimi residui del continente Mu. I superstiti si imbarbarirono presto, creando solo miti e leggende sul loro glorioso passato.

Churchward, con l’utilizzo delle tavolette e di altre fonti (quali il Manoscritto troano, il Codex cortesianus, il Manoscritto di Lhasa, le iscrizioni del tempio di Uxmal nello Yucatàn, le iscrizioni del tempio di Xochicalo a 96 Km a sud-ovest di Città del Messico, il Ramayana ecc.) tradotte anche in modo molto particolare (qui faccio riferimento specialmente alle fonti classiche), non solo ha svelato al mondo l’antica storia del continente Mu e dell’origine dell’uomo e della Terra, ma ha anche costituito una scienza geologica alternativa a quella ufficiale basandosi sulle conoscenze millenarie che gli abitanti di Mu avevano accumulato in materia.

di Axel Famiglini



Fonte: http://www.acam.it/mu-il-continente-scomparso/



Approfondimento:


RITROVATO IL CONTINENTE PERDUTO DI LEMURIA




È stato ritrovato il Continente Perduto di Lemuria. Una specie di Atlantide: solo che si trova dove appunto alcuni studiosi ritengono si trovasse Mu. Lo vogliono chiamare Mauritia, ed è ciò che resta di Gondwana. Un tema in cui sguazzano fantascienza e fanta-archeologia, ma le antiche terre sommerse esistono davvero. Di una di esse ha trattato Nature Communications raccontando la scoperta di un’equipe di scienziati composta dal geologo Lewis Ashwal della sudafricana università del Witwatersrand, da Michael Wiedenbeck del centro di ricerca tedesco di Geoscienze e da Trond Torsvik, dell’università di Oslo.

La prima parola chiave è ovviamente Mauritia: da Mauritius, nell’Oceano Indiano. Lì è stato trovato un antico pezzo di crosta terrestre coperto di lava con cristalli di zircone antichi tre miliardi di anni. Possibile, su un’isola vulcanica non più antica di nove milioni di anni? No: a meno, di non ammettere che quel minerale stava là da prima dell’isola. E siccome si tratta di un qualcosa che non si può formare in mare ma solo su un Continente, vuol dire che si tratta appunto dei resti di un Continente scomparso.

Qui arriva la seconda parola chiave: Atlantide. Idea platonica del continente scomparso sotto le onde da quando 2500 anni fa Platone ne raccontò la storia nei dialoghi “Timeo” e “Crizia”. Come indica appunto il nome, però, Atlantide stava nell’Atlantico, tra Europa e America. Da quando nel 1912 Alfred Wegener formulò la teoria della Deriva dei Continenti, però, si sa che l’Europa era attaccata al Nord America, e l’Africa al Sud America, come suggerisce anche l’impressionante combaciare delle coste di Golfo di Guinea e Brasile. Per l’Atlantide platonica non c’era dunque fisicamente posto, e infatti negli ultimi decenni chi ha provato a dimostrare la veridicità della sua storia ha cercato collocazioni alternative. Tra le più popolari, la Creta minoica.

La Deriva dei Continenti ha messo in mora anche Lemuria: terza parola chiave. L’esistenza di questo ponte di terra poi sommerso dall’Oceano Indiano era una serissima ipotesi scientifica formulata nel 1864 dal geologo Philip Sclater per spiegare un qualcosa che all’epoca sarebbe stato altrimenti inesplicabile: come mai l’arco di Asia tra gli attuali Pakistan e Malaysia è pieno di fossili di lemuri quando oggi quelle bestiole vivono solo tra Madagascar e isole vicine? Nel frattempo, però, nel 1920 l’esoterista James Churchward tirò fuori la teoria di Mu (quarta parola chiave). Un po’ identificato con Lemuria, un po’ indicato come un terzo continente perduto nell’attuale Oceano Pacifico.

Teorie fantascientifiche a parte, la geologia ci spiega comunque che 570 milioni di anni fa tutte le attuali terre erano raggruppate in due supercontinenti: Laurasia e Gondwana. Gondwana prende il nome da un’altra “Atlantide” descritta da un mito indù, ma esistette dunque davvero, anche se in epoca precedente a qualunque tipo di umanità. 245 milioni di anni fa si riunì a Laurasia in un supercontinente unico chiamato Pangea, ma a partire da 205 milioni di anni si frammentò di nuovo. Da Gondwana derivano le attuali Sudamerica, Africa, India, Antartide e Australia: ma anche, come si è appunto scoperto ora, la sommersa Mauritia.


Fonte:



Revisione a cura di Fabrizio Garro

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